AstraZeneca è da sempre stata un “caso” e anche in queste ore non si smentisce. La Danimarca, infatti, ha appena annunciato lo stop definitivo.
Il gioco non vale la candela, evidentemente, nelle considerazioni del Governo danese: i rischi di trombosi che già avevano portato alla sospensione provvisoria decisa l’11 marzo, oggi conducono a un’ennesima decisione: la Danimarca procederà la campagna vaccinale con i soli prodotti Pfizer e Moderna.
“C’è un possibile collegamento tra casi estremamente rari” di trombosi e ” il vaccino AstraZeneca. Questo, insieme al fatto che il Covid-19 attualmente in Danimarca è sotto controllo e che altri vaccini sono disponibili, ha spinto l’autorità sanitaria danese a decidere di proseguire la campagna di vaccinazione senza il vaccino AstraZeneca”, si legge in una nota.
E tuttavia la Danimarca lascia intendere che potrebbe tornare sui propri passi se le condizioni epidemiologiche del Paese dovessero richiederlo. Insomma, in futuro AstraZeneca potrebbe anche tornare in ballo.
“Sulla base dei risultati scientifici, la nostra valutazione complessiva è che ci sia un rischio reale di gravi effetti collaterali associati all’uso del vaccino per il Covid-19 di AstraZeneca. Abbiamo quindi deciso di rimuovere il vaccino dal nostro programma di vaccinazione “, ha commentato Soren Brostrom.
In Germania, intanto, come abbiamo già riferito, i cittadini tedeschi di età inferiore ai 60 anni cui è stata somministrata una prima dose di vaccino AstraZeneca faranno il richiamo con un altro vaccino, agendo come da nostra sperimentazione già attiva allo Spallanzani di Roma.
E in Italia? La campagna vaccinale sotto i 60 anni potrebbe essere condotta con Pfizer e Moderna, mentre sopra i 60 anni (ma senza fragilità o comorbilità) sarà AstraZeneca il vaccino predominante, rispetto al quale gli esperti si sono espressi più volte in termini rassicuranti. Così Antonella Viola, immunologa: “Abbiamo agito con estrema cautela, forse eccesso di cautela, per cui il vaccino viene somministrato oggi a chi ha più di 60 anni, e su soggetti sopra i 60 anni non si è verificato alcun evento avverso, quindi nessun rischio per loro.”
Intanto Pfizer promette di rifornirci di milioni di dosi. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, infatti, in una dichiarazione alla stampa a Bruxelles informa: “Abbiamo raggiunto un accordo con Pfizer per accelerare, ancora una volta, la consegna dei vaccini. Nel secondo trimestre verranno consegnate 50 milioni di dosi aggiuntive” del vaccino anti Covid all’Ue, “a partire da aprile”.
E continua: “50 milioni di dosi erano inizialmente previste per il quarto trimestre 2021, ora saranno disponibili nel secondo. Questo porta il totale delle consegne da parte di Pfizer-BioNTech a 250 milioni di dosi nel secondo trimestre. Queste dosi verranno distribuite pro quota in rapporto alla popolazione, a tutti gli Stati membri”.
Sempre più probabile, dunque, che il mondo della scuola sotto i 60 anni venga dirottato su Pfizer e che i circa 400 mila, tra insegnanti e Ata che ancora attendono la prima dose del vaccino, possano essere vaccinati non appena dovessimo avere dosi Pfizer a sufficienza. Quanto alla seconda dose, ad oggi è confermato il vaccino AstraZeneca per chi avesse già adoperato questo vaccino per la prima dose.
Nel sondaggio di Tecnica della Scuola, i pareri dei lettori sull’argomento. Due su dieci dei rispondenti dichiara che non farà la seconda dose di AstraZeneca, preferendo avvantaggiarsi dei soli effetti della prima dose. A seguire l’articolo con tutti i dati del sondaggio.
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