Le prime risposte da parte del patito di governo (PD), (e mi chiedo perché non direttamente dal Governo), non prendono in considerazione, ancora una volta, le istanze del personale Ata.
Non si vuole dire che cosa ne sarà dei collaboratori scolastici, degli assistenti amministrativi e di quelli tecnici nella cosiddetta “Buona Scuola”.
Se non hanno intenzione di farci scomparire, perché gli addetti alla riforma della scuola ci ignorano? Se al contrario hanno il progetto di ridurre all’osso, se non eliminare completamente le figure Ata, lo dicessero chiaramente.
Gli Ata sono un pilastro, magari non evidente, ma un pilastro della scuola e non si può non tener conto delle loro istanze e della loro visione di scuola.
Dopo lo svuotamento delle loro graduatorie permanenti, visto l’art. 12 del DdL, il reclutamento degli Ata avverrà secondo quali procedure? Ci saranno concorsi per titoli ed esami anche per gli Aat com’è previsto per i docenti?
I collaboratori scolastici potranno riprendersi le pulizie o continueranno a cedere unità per la terziarizzazione dei servizi, lasciando spazio e lavoro alle cooperative o ditte di pulizia? La terza fascia degli Ata sarà un serbatoio di lavoratori da sfruttare per 36 mesi e poi da rimandare nel mercato del lavoro a fare tutt’altro?
Ci sarà un riqualificazione professionale del personale Ata, soprattutto dei collaboratori scolastici, che in una scuola che cambia e diventa sempre più complessa, potrebbero vedere il proprio profilo valorizzato ed inserito a pieno titolo nelle dinamiche della vita scolastica.
Ai sindacati chiedo di non trascurare gli Ata e di farsi interpreti delle istanze.