Il tardivo rinnovo delle graduatorie di terza fascia Ata sta creando un danno a coloro che, di ruolo, avevano la possibilità di passare per un anno ad un ruolo superiore.
Gli Uffici scolastici, infatti, stipulano contratti solo con la modalità dell’avente diritto: in pratica, non si conosce la conclusione del rapporto. Perché a deciderla (possono passare due, tre, quattro mesi), sarà di fatto la pubblicazione delle graduatorie definitive di terza fascia. Le quali, stavolta vedranno la luce solo in inverno, poiché la finestra d’aggiornamento è stata fissata dal 30 settembre al 30 ottobre prossimi.
E nel frattempo, quindi, questi lavoratori dovranno attendere. E rimanere nel loro ruolo. Così, per diversi mesi l’articolo 59 del contratto collettivo nazionale (Il personale ATA può accettare, nell’ambito del comparto scuola, contratti a tempo determinato di durata non inferiore ad un anno, mantenendo senza assegni, complessivamente per tre anni, la titolarità della sede) rimane inapplicabile.
I sindacati non hanno tardato a farsi sentire: “il personale Ata della scuola – dice il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – rischia di essere trattato in modo difforme a quanto prevede l’attuale contratto della scuola”.
Turi non le manda a dire: “Che cosa succede allora in una scuola italiana se un collaboratore scolastico di ruolo, inserito nella graduatoria degli assistenti amministrativi, chiede di svolgere, per un anno, un lavoro diverso dal suo? Non glielo fanno fare. Perché? Perché il Miur pensa di far prevalere la burocrazia delle liste a quella del contratto”.
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La soluzione, per il sindacalista Uil, sarebbe a portata di mano: “in attesa delle nuove graduatorie, che non ci sono e non ci saranno a breve, sarebbe semplice utilizzare quelle esistenti e, comunque se non si vogliono dare e nomine con quelle esistenti, occorre evitare la beffa per il personale di altro ruolo che aspira ad un contratto e non potrebbe ottenerlo solo perché la procedura prevede una probabile staffetta”.
Secondo Turi, il Miur sta proprio esagerando: “Se una volta era il sindacato a essere tacciato di eccessivo garantismo, ora che il sindacato chiede, sulla base del diritto comune, la procedura che più utile ed efficiente che garantisce l’interesse pubblico è l’amministrazione che si oppone”.
Infine, vale anche per i precari, “i lavoratori hanno il diritto di conoscere, all’atto dell’assunzione, la scadenza del proprio contratto ed il luogo dove svolgere le attività ad esso connesse. Sono persone e non numeri da spostare a proprio piacimento”.
Anche per Feder.ATA “è inaccettabile l’accanimento verso il Personale ATA, in ogni situazione lavorativa, e nonostante i buoni propositi e le grandi promesse di migliorare questa categoria provenienti da ogni pulpito: il sindacato esprime tutto il proprio disappunto per l’istituzione delle graduatorie ad anno scolastico iniziato e pertanto ribadisce l’esigenza che le stesse siano sempre pronte a partire dal 1° di settembre”.
“È veramente giunta l’ora di finire questa “messinscena ingannevole” verso gli ATA, tutti sanno ma nessuno fa niente, chiediamo rispetto e considerazione, in questo caso che vengano stipulati contratti a tempo determinato, con un termine certo (30 giugno 2018 – 31 agosto 2018) e non ‘fino all’avente diritto’”, conclude il sindacato autonomo.
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