Altro che incrementi di posti: dalla circolare Miur del 2 agosto, la n.33992, sull’adeguamento del personale Ata alle situazioni di fatto risultano meno posti del 2016.
La riduzione di organico risulta in controtendenza rispetto alle richieste formulate nei giorni scorsi, anche da parlamentari del Pd, che per gli aumenti di carichi di lavoro, derivanti pure dalle verifiche sulle vaccinazioni attuate da alunni e personale (quest’ultimo tramite autocertificazione), avevano chiesto di assumere su tutti i posti i liberi e di non lasciare sole le scuole “nella gestione di procedure così complesse”.
A farsi sentire, a seguito della circolare del 2 agosto, è stata la Cisl Scuola, secondo cui i 208.638 posti previsti non possono “in alcun modo ritenersi un numero soddisfacente”.
“Non solo infatti non vi è alcun incremento della dotazione prevista in organico di diritto, già clamorosamente insufficiente rispetto al fabbisogno, ma addirittura il numero dei posti è inferiore di 78 unità a quelli assegnati in organico di fatto nel 2016/2017. Tutto ciò, nonostante gli Uffici Scolastici Regionali nell’anno in corso siano stati costretti, per assicurare il normale funzionamento del servizio, a concedere oltre 3.000 posti in deroga”.
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Per il sindacato Confederale, “non è pensabile né ammissibile che non si garantisca almeno il mantenimento dello stesso organico oggi funzionante, comprensivo delle deroghe concesse”.
Pertanto, per operare “a tutela della regolarità e qualità del servizio, evitando di aggravare ulteriormente le condizioni di lavoro del personale ATA”, la Cisl chiede di integrare l’organico.
La modesta attenzione per il personale Ata, con lo stipendio, al pari degli altri, fermo dal 2009, si può evincere anche da altre circostanze: assunzioni ridotte ai minimi termini, attuate solo per il turn over; nessun accesso al bonus di aggiornamento; esclusione, nella Legge 107/15, dal piano straordinario di immissioni in ruolo e dal potenziamento.
Insomma, proprio negli anni di super-lavoro e incombenze dettate dall’autonomia scolastica e dalla stessa Buona Scuola, l’organico non cresce. Anzi (seguendo rigidamente il numero di classi e di iscrizioni) si riduce ulteriormente.
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