Il ministero dell’Istruzione non ha alcuna volontà di aumentare gli organici del personale Ata. Lo hanno compreso i sindacati, dopo aver più volte tentato di riaprire il discorso.
La Cisl Scuola parla di “organico largamente insufficiente rispetto alle reali necessità del servizio scolastico”.
“Non è proprio possibile reggere la complessità delle funzioni svolte dal personale amministrativo, tecnico e ausiliario – sostiene Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola – con organici che hanno subito riduzioni pesantissime nel triennio 2009-12, quando il taglio fu di 45.000 posti, una riduzione del 17%; un calo che non è stato più recuperato, anzi, si è aggravato con ulteriori 2.000 posti sottratti dalla legge di stabilità per il 2015”.
“Come se ciò non bastasse – continua Gissi – altre norme di legge hanno reso aggravato le condizioni di lavoro e reso ancor più difficile la gestione dei servizi svolti dal personale ATA, soprattutto con l’assurdo divieto di sostituire chi si assenta anche per periodi lunghi”.
È una situazione rispetto alla quale la stessa concertazione svolta, per quanto fondata su una legittima e doverosa richiesta di massima chiarezza, non sarebbe stata in grado di dare risposte risolutive.
Dinanzi all’immobilismo del Miur, per la leader della Cisl Scuola “serve una sede di confronto politico dalla quale possano scaturire impegni precisi di soluzione, se del caso con i dovuti e necessari passi legislativi, alle tante emergenze che affliggono il settore, emergenze delle quali non basta dirsi consapevoli se poi non si agisce con determinazione per affrontarle e superarle”.
“Lo ripeto, non ci sono solo le legittime esigenze del personale di lavorare in condizioni meno stressanti e disagiate, è la piena funzionalità del servizio che va garantita, avviando per esempio le procedure di reclutamento per la copertura dei posti di DSGA oggi vacanti, o più in generale promuovendo un’efficace politica di semplificazione amministrativa che consenta di rendere più efficiente il lavoro degli uffici di segreteria”.
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Tra l’altro, in questi giorni il problema delle amministrazioni scolastiche non in grado di assolvere i tanti compiti richiesti è emerso in tutta la sua interezza: le segreterie, infatti, non hanno nascosto i loro limiti nel gestire le domande di rinnovo delle graduatorie d’Istituto.
Su questo punto è intervenuto Marcello Pacifico (Anief-Cisal), secondo il quale “lo slittamento al 13 luglio della scadenza per l’invio dei dati sulle graduatorie d’istituto è sicuramente una buona notizia, ma i problemi rimangono perché il personale continua a lamentare la mancanza di adeguata formazione in merito. Vorremmo capire, inoltre, per quale motivo non si è scelto di aggiornare le graduatorie d’istituto come si fa con le GaE, affidandole alla supervisione della direzione generale e alla gestione delle amministrazioni periferiche”.
“Perché – continua – si sono ingolfati gli uffici interni alle scuole con migliaia di fogli cartacei, mentre tutti gli altri aggiornamenti, ma anche i concorsi, le nomine delle commissioni di maturità e quant’altro, vengono invece gestite con efficacia in modo totalmente telematico? Vorremmo infine sapere per quale motivo lo svolgimento di questo improbo e delicato compito di verifica dei servizi e dei titoli, di tutti i singoli candidati, non comporti alcun compenso aggiuntivo da assegnare al personale ammnistrativo che se ne fa carico”.
“Trattandosi di un lavoro extra, sottratto all’amministrazione centrale, per noi è evidente che deve prevedere un compenso ulteriore. Ma non dal Fondo d’Istituto, peraltro dimezzato rispetto a quello del 2011, bensì – conclude Pacifico – da assegnare ad ogni scuola attraverso dei finanziamenti ad hoc”.
Sulla gestione difficoltosa delle domande di aggiornamento delle GI si è espressa pure la Gilda degli Insegnanti, che parla di “situazione al collasso”.
“L’enorme mole di domande per i nuovi inserimenti e l’aggiornamento delle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia – spiega il sindacato – si somma alle già numerose incombenze, tra cui i vari monitoraggi, le pratiche per i pensionamenti e gli esami di Maturità, che pesano sulle segreterie. Questo aggravio di lavoro sta provocando un ingorgo tale da paralizzare quasi l’attività e tutto ciò causerà inevitabilmente un ritardo nella definizione delle graduatorie, con conseguenti ripercussioni sul regolare inizio dell’anno scolastico 2017/2018”.
“Inoltre – sottolinea la Gilda – con ogni probabilità si verificheranno problemi nelle nomine dei supplenti perché le scuole non sapranno se chiamare i docenti in base alle vecchie graduatorie o se attendere quelle nuove. Il rischio è che anche per il prossimo anno vengano stipulati contratti con la formula ‘fino ad avente diritto’ che, come abbiamo più volte ribadito, rappresenta un abuso giuridico”, conclude il sindacalista.
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