La sezione italiana di Save the Children ha presentato la 13° edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, confermando l’esistenza di un’Italia divisa tra Nord e Sud e con dati drammatici: quasi 1,4 milioni di bambini vivono in povertà assoluta e la pandemia ha amplificato l’intreccio tra disuguaglianze e salute.
Il rapporto di Save the Children dal titolo significativo “Come Stai?” fotografa anche quest’anno le condizioni di vita di bambini, bambine e adolescenti nel nostro Paese, con dati e mappe che mostrano risultati che necessitano attenzione da parte di tutti, laddove infatti è più che mai evidente vi siano troppi volti diversi nel servizio sanitario che spesso è “nazionale” solo sulla carta.
A proposito delle aspettative di vita alla nascita, quanto emerge dall’analisi della onlus internazionale è che la speranza di vita in buona salute cambia di oltre 12 anni tra Calabria e provincia di Bolzano. La speranza di vita alla nascita in Italia nel 2021 è stata stimata a 82,4 anni, ma per chi nasce a Caltanissetta si abbassa all’80,2, mentre per chi nasce a Firenze è dell’83,9. Per le bambine la forbice è ancora più ampia: 15 anni in meno in Calabria rispetto al Trentino.
La percentuale media di bambine e bambini e adolescenti colpiti dalle disuguaglianze socioeconomiche, educative e territoriali, è del 14,2%, ma sale fino al 16% nel Mezzogiorno. Per esempio, un bambino del Sud Italia che si ammalava nel 2019 aveva una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a un bambino del Centro o del Nord Italia.
“’Come stai?’ è la domanda che molti ragazzi e ragazze avrebbero voluto sentirsi rivolgere durante la pandemia e che ancora oggi non viene loro rivolta dagli adulti. I dati dell’Atlante relativi al 2022 mostrano la necessità di mettere la salute dei bambini al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell’ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con una particolare attenzione al tema della salute mentale degli adolescenti, fortemente colpiti dalla pandemia.
Nel decennio pre-Covid-19 l’Italia ha dedicato sempre meno risorse pubbliche all’assistenza sanitaria per la quale nel 2019 ha investito il 6,4% del Pil, molto meno della Germania (9,8%) o della Francia (9,3%), mentre è cresciuta la spesa sanitaria a carico delle famiglie, pari al 2,3% del Pil.
Altri dati inquietanti del rapporto: solo il 12% dei fondi pubblici è impiegato nella prevenzione e nella medicina di base, fondamentali per la salute dei bambini nel medio e lungo periodo e, della quota principale (44%) impiegata per l’assistenza ospedaliera, solo il 6% è destinato ai minorenni. Mancano all’appello sui territori ben 1.400 pediatri di base e la media di bambini under14 assistiti per pediatra è pari a 883, sebbene vi sia un limite stabilito per legge di massimo 800 assistiti per pediatra.
Cresce il disagio mentale di preadolescenti e adolescenti: in 9 regioni italiane oggetto di monitoraggio, i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile sono cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021, mentre in tutto il Paese si contano solo 394 posti letto in degenza in questi reparti.
Ci sono regioni che non ne hanno neanche uno, come Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta, in Lombardia sono 100. Si segnala anche l’aumento del 39,5% dei ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile, la cui causa principale è stata l’ideazione suicidaria seguita da depressione e disturbi della condotta alimentare.
L’81,9% dei bambini vive in zone dove la concentrazione di polveri sottili è maggiore dei valori limite indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come non rischiosi per la salute, tra cui il 100% in 8 regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Trentino Alto Adige, Veneto e questi inquinanti sono una possibile causa scatenante dell’asma che colpisce l’8,4% dei bambini tra i 6 e i 7 anni e incidono anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che migliora del 13% nelle scuole con i più bassi livelli di polveri sottili nell’aria.
Secondo l’Atlante, un bambino o ragazzo su 4 non pratica mai sport (3-17 anni), con una ampia forbice che va dal 45,5% della Campania al 6,9% della Provincia Autonoma di Bolzano; inoltre, i bambini tra i 3 e 10 anni in sovrappeso o obesi sono passati dal 32,6% (biennio 2018-19) al 34,5% (2020-21). La povertà alimentare colpisce 1 bambino su 20, mentre l’accesso alla mensa scolastica, che per alcuni sarebbe l’unica chance quotidiana di un pasto equilibrato e proteico, si limita ad 1 bambino su 2 nella scuola primaria.
Per saperne di più è possibile scaricare il report a questo link https://atlante.savethechildren.it/.
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