Home Attualità Attenti a Trump: episodi di intolleranza nelle scuole e università

Attenti a Trump: episodi di intolleranza nelle scuole e università

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Se per un verso Donald Trump conferma la linea dura sugli immigrati irregolari, dall’altro l’ondata di proteste contro la sua elezione alla Casa Bianca non si arresta: ‘Not my president’.

E da buon provocatore il presidente eletto vorrebbe  fare un ‘tour della vittoria’ negli Stati che lo hanno eletto, mentre conferma il suo impegno a costruire il muro al confine col Messico e ad espellere subito due-tre milioni di clandestini con precedenti penali e si riserva di prendere una decisione sugli altri irregolari, che sono la maggioranza (circa dieci milioni), solo dopo aver messo in sicurezza la frontiera.

Ma i manifestanti sono convinti che le politiche del neo presidente mineranno i diritti civili, in particolare quelli delle minoranze etniche, sessuali e religiose, metteranno a rischio il sistema sanitario e ignoreranno i cambiamenti climatici.

 

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Intanto, riporta Ansa, gli episodi di intimidazione e intolleranza si stanno moltiplicando nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, come se l’elezione di Trump avesse sdoganato un odio a lungo latente nella società.

L’organizzazione americana per la difesa dei diritti civili ha già registrato sul suo sito oltre 200 incidenti a carattere razzista dopo il voto e il Paese resta profondamente diviso e la maggioranza degli elettori democratici (circa 60 milioni in tutto), secondo alcuni sondaggi, si rifiuta di riconoscere la vittoria di Trump, aggrappandosi anche al fatto che Hillary Clinton lo ha superato nel voto popolare.

Mai l’America si era trovata di fronte ad un presidente così contestato.

La manifestazione più imponente si è svolta a New York, sino alla Trump Tower, dove il tycoon è rimasto asserragliato nel weekend pianificando le prossime mosse ma trovando il tempo di ricevere Nigel Farage, leader del partito eurofobico Ukip. Le altre grandi città che guidano la protesta sono Los Angeles e Chicago, ma cortei pacifici hanno invaso anche altre località di periferia. Portland resta il teatro più a rischio: nonostante gli appelli del sindaco alla calma, ci sono stati scontri con la polizia, che ha arrestato una ventina di persone. Gli organizzatori delle marce promettono di proseguire ad oltranza, almeno sino all’insediamento di Trump, il 20 gennaio. Anzi, sino al giorno dopo, quando a Washington è prevista una ‘marcia delle donne’. Ma il movimento sta promuovendo anche altre forme di resistenza: spille da balia da indossare come segno di solidarietà verso le minoranze, post-it colorati nella metro di Ny su proposta dell’artista Matthew Chavez, iniziative legali per sfidare il Congresso a maggioranza repubblicana e i tribunali su eventuali politiche che ledano i diritti civili.