Anche le scuole dovranno fare molta attenzione nella dismissione dei vecchi PC, soprattutto se sono stati utilizzati negli uffici di segreteria. Lo dispone il Garante per la protezione dei dati personali con un proprio provvedimento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 287 del 9 dicembre 2008 con il titolo “Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raae) e misure di sicurezza dei dati personali”.
I vecchi computer possono infatti contenere nomi, indirizzi mail, rubriche telefoniche, foto, ma anche numeri di conto bancario o dati sanitari e quindi smaltire attrezzature informatiche richiede qualche cautela.
Il Garante suggerisce anche alcune misure da adottate sia nel momento preliminare della memorizzazione dei dati sia in quello successivo della loro distruzione.
Per esempio si consiglia la “cifratura di singoli file o gruppi di file, di volta in volta protetti con parole-chiave riservate, note al solo utente proprietario dei dati” o, in modo più radicale, la “memorizzazione dei dati sui dischi rigidi dei personal computer o su altro genere di supporto magnetico od ottico in forma automaticamente cifrata al momento della loro scrittura, tramite l’uso di parole-chiave riservate note al solo utente”.
Quando poi si dismette un PC non basta cancellare semplicemente i files presenti sull’hard disk: è noto infatti che in tal caso i dati possono essere abbastanza facilmente recuperati con appositi programmi.
E allora può essere necessario ricorrere a programmi speciali che provvedono a scrivere ripetutamente nelle aree vuote del disco (precedentemente occupate dalle informazioni eliminate) sequenze casuali di cifre binarie (zero e uno) in modo da ridurre al minimo le probabilità di recupero di informazioni.
Il Garante segnala anche che “il numero di ripetizioni del procedimento considerato sufficiente a raggiungere una ragionevole sicurezza varia da sette a trentacinque e incide proporzionalmente sui tempi di applicazione delle procedure, che su dischi rigidi ad alta capacità (oltre i 100 gigabyte) possono impiegare diverse ore o alcuni giorni), a secondo della velocità del computer utilizzato”.
Meno onerosi sono invece altri suggerimenti del Garante come quello di demagnetizzare hard disk e altri supporti per i dati (floppy, CdRom e “chiavette” USB) .
In ogni caso per tutte queste operazioni è necessario rivolgersi a tecnici qualificati e affidabili.
Se si vuole risparmiare esiste però un metodo molto semplice proposto dallo stesso Garante nell’allegato B del provvedimento: “distruzione fisica o disintegrazione”.
In altre parole: aprire il PC, sfilare l’hard disk e prenderlo a martellate !