Tra le principali novità del Ddl in deroga, c’è l’introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, «finalizzate ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi» l’esercizio «dell’azione disciplinare», che come sanzione più grave prevede proprio il licenziamento. L’allontanamento diventerà così più facile. Diventa cruciale il sistema di valutazione, sia per punire sia per premiare: lo scrive Il Sole 24 Ore.
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Per quanto riguarda gli idonei della Pubblica Amministrazione «meritano attenzione» ma ciò non si «può tradurre, come per i vincitori» di concorso, «in un diritto, in una certezza», ha chiarito ieri il ministro Madia. E una decisione definitiva è stata presa anche per gli insegnanti “Quota 96”, rimasti bloccati a lavoro a causa di un equivoco contenuto nella riforma delle pensioni, la legge Fornero. Per loro, ha annunciato Madia, «non si sono verificate le condizioni per un intervento unico».
C’è però una consolazione, riporta Il Sole 24 Ore, visto che circa «mille» professori della scuola stanno per ricevere delle lettere dall’Inps, che daranno loro il via libera all’uscita. Nelle tutele nate per salvaguardare gli esodati sono infatti finiti anche diversi dipendenti della scuola. Su un totale di quattro mila, ha certificato il ministro, ne resteranno «intrappolati» a lavoro circa tre mila.
Da mercoledì 11 febbraio ha ripreso il cammino la riforma della Pubblica amministrazione e il disegno di legge delega è all’esame della Commissione Affari Costituzionali al Senato ormai da quest’estate e ora si incomincia a votare.
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