Le scuole e le collettività costituiscono ambiti particolarmente delicati sotto molti aspetti e per questo sono oggetto di particolari tutele anche dal punto di vista igienico-sanitario. Le attività di prevenzione svolte all’interno della Scuola sono ancora disciplinate dal D.P.R. 1518 del 1967 per quel che riguarda i servizi di Medicina Scolastica. Da allora si sono verificati molti cambiamenti dal punto di vista normativo e organizzativo (basti citare la Legge 833 di Riforma Sanitaria) ma anche da quello sociale ed epidemiologico. In molte regioni la medicina scolastica (o meglio le attività preventive rivolte all’età evolutiva) sono state disciplinate con apposite leggi, in altre il problema non è stato affrontato in modo strutturale e la diversa organizzazione all’interno delle ULSS ha portato talvolta ad una inadeguata programmazione delle relative attività.
In generale il problema dell’igiene delle scuole è molto sentito a tutti i livelli.
La situazione appare ancora peggiore con riferimento alle concentrazioni di alcuni inquinanti.
I valori di PM10 sono risultati sempre superiori all’interno delle scuole, qui infatti le polveri sottili esterne, derivanti per lo più dal traffico, si aggiungono a quelle generate all’interno, come il gesso delle lavagne. In molti casi gli inquinanti trovati non possono essere eliminati con facilità o, meglio, eliminare queste fonti di inquinamento significa fare scelte radicali quali il trasferimento di una scuola in un’area verde o la completa ristrutturazione dell’edificio secondo i migliori standard.