Illustre Ministra Bernini,
in qualità di docente precario su sostegno, mi rivolgo direttamente a Lei, facendomi umilmente portavoce di altri colleghi che, come me, dal prossimo anno dovranno decidere se lavorare nella scuola con un regolare contratto e relativo stipendio o dedicarsi ai corsi di formazione su sostegno (Tfa VIII ciclo) i quali, allo stato attuale e fino ad eventuale cambio di norma, si terranno perentoriamente in presenza.
Nell’incertezza dei tempi che corrono, si sono infatti venute a creare situazioni in cui un docente fuori sede, come il sottoscritto, ha deciso di sostenere le prove di selezione per il VII ciclo presso l’ateneo che ha sede nella città di residenza e quindi non nella città presso cui lavora, superando le medesime, non posizionandosi utilmente in graduatoria ma risultando idoneo soprannumerario, con conseguente diritto a seguire le lezioni solo l’anno prossimo, al successivo ciclo.
Pertanto, fatta questa premessa, Le chiedo la cortesia di valutare la possibilità di far attivare, in concomitanza a quelli in presenza, i corsi a distanza (come lo sono stati del resto per il V e VI ciclo) per tutti quei docenti precari che si trovano inseriti in GPS di province lontane centinaia di chilometri dalla propria residenza.
È noto come alcune università abbiano sottolineato nei loro singoli bandi di non concedere deroghe, né in ingresso né in uscita, rendendo più difficile e a mio avviso illegittimo porre ancora una volta un docente di fronte alla scelta tra il lavoro e la formazione.
Il Governo di cui Lei fa parte si è già dimostrato sensibile a tematiche che riguardano il personale della scuola in toto, compiendo delle evidenti azioni concrete, in special modo a favore di docenti e personale Ata.
Spesso si trascura quanto piccole decisioni possano fare la differenza e influire profondamente sulle vite dei singoli.
Prima di salutarLa, Le chiedo gentilmente di valutare la mia umile richiesta, avanzata con un certo anticipo rispetto ai tempi di pubblicazione dei bandi.
Albino Pastore