Attualità

Attività educative d’estate: Aimc, Cidi, MCE e Proteo hanno idee e proposte

A cosa dovranno servire le attività educative estive per le quali il DL 41 del marzo scorso stanzia risorse importanti ?
E’ la domanda che si stanno facendo tutti gli addetti ai lavori.
Inizialmente si pensava al “recupero” degli apprendimenti, ma adesso da Ministero dicono che bisogna parlare piuttosto di rinforzo e sostegno.
Sulla questione quattro importanti associazioni professionali (Aimc, Cidi, MCE e Proteo) hanno promosso nelle settimane scorse incontri e iniziative per raccogliere idee e proposte.

L’idea della “scuola d’estate” – scrivono le associazioni – è  “un fatto inedito, conseguente alla stagione eccezionale che ha schiacciato la scuola in condizioni di grandi difficoltà”.
“Tale opportunità – aggiungono – può essere molto positiva se si concretizzerà in un atto di fiducia verso le scuole e la loro capacità di progettazione aperta al territorio e a tutti i soggetti interessati a ricostruire esperienze educative e relazionali, evitando sprechi e interessi estranei al mondo dell’educazione”.

In un ampio documento di pochi giorni fa le 4 associazioni avevano rilevato che “la possibile riapertura della scuola in estate consegna alla scuola tutta e alla società territoriale, un impegno comune e straordinario per dare vita a esperienze di comunità ricche di opportunità educative, sociali, di vita di gruppo, di proattività”.
Si tratta quindi di “un progetto per la cui realizzazione bisogna dare valore all’autonomia scolastica, alla responsabilità di chi dirige e lavora nelle scuole”.
E ancora: “Lasciamo che siano le scuole a prendere in mano le operazioni di fine anno per una valutazione formativa conclusiva che terrà conto di una esperienza di vita di ragazzi-e, irripetibile e molto delicata. Non si può pensare che si riprenda come se nulla fosse accaduto e che si tratti semplicemente di recuperare “il programma non svolto”.

Su cosa fare per attivare un programma che consenta davvero ai ragazzi di “recuperare” non tanto contenuti e conoscenze ma spazi di vita e di crescita le 4 associazioni mostrano di avere le idee chiare e dicono
“E’ necessaria una progettualità che:
• parta dalla scuola e dalla sua riflessione pedagogica sulle condizioni concrete di bambine-i e studentesse-i;
• permetta di uscire dalle aule e dagli spazi scolastici per invadere i quartieri, le piazze, le risorse fisiche e umane del territorio;
• coinvolga bambine-i e studentesse-i sin dall’immaginazione delle esperienze da realizzare insieme, in quanto protagonisti – e non clienti – di una comunità integrata in cui scuola e territorio ascoltano, dialogano, traducono in pratiche di educazione attiva il senso autentico di una responsabilità pubblica condivisa”.

Proprio nelle ultime ore Aimc, Cidi, MCE e Proteo hanno scritto al ministro Bianchi chiedendo di essere ricevuti per presentare le proprie proposte concrete.

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Reginaldo Palermo

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