L’Emilia-Romagna non si smentisce. La regione che sin dagli anni Settanta ha iniziato a fare parlare di sé per le sue scuole primarie e dell’infanzia, che ha ospitato delegazioni di docenti e pedagogisti da tutto il mondo, curiosi di conoscerne l’impianto didattico-metodologico, si ripropone adesso all’attenzione di tutti per un altro traguardo raggiunto: come riportato dall’Ansa, parte dalla Regione Emilia-Romagna la sperimentazione che vede l’attività motoria arrivare nella scuola dell’infanzia. Si tratta del progetto “Scuola Attiva per l’Emilia-Romagna inclusiva”, un’iniziativa apripista condotta dalla Regione Emilia-Romagna in partenariato con l’USR e con Sport e Salute S.p.A., la Società dello Stato e la struttura operativa del Governo per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita.
Il progetto vedrà coinvolti 2500 bambini tra i quattro e i cinque anni che già a partire da quest’anno potranno contare su venti ore (per il momento) di attività fisica.
A guidare bambini e insegnanti saranno i tutor forniti da Sport e salute, che nei giorni scorsi hanno intrapreso il corso di formazione prima di essere inviati nelle oltre 100 sezioni delle scuole dell’infanzia di espressione statale dell’Emilia-Romagna. Si tratta di giovani laureati in Scienze motorie, che avranno il compito di collaborare attivamente alla programmazione dell’offerta motoria e sportiva, coordinare e realizzare le attività motorie e sportive nella scuola, in stretto raccordo con gli insegnanti di classe e contribuire alla predisposizione e allo svolgimento delle attività adattate per l’inclusione e la partecipazione attiva degli alunni con disabilità e Bisogni Educativi Speciali.
Un’iniziativa importante e innovativa che – come si legge sul sito della Regione Emilia-Romagna – nasce dalla consapevolezza che l’attività motoria svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo fisico, sociale, cognitivo ed emotivo dei bambini, fin dall’infanzia: il movimento aiuta i più piccoli ad aumentare la coordinazione, la forza muscolare, l’equilibrio, le abilità motorie e ha un impatto positivo sullo sviluppo cognitivo e la capacità di apprendimento, come dimostrato da diversi studi. È durante l’infanzia che il bambino costruisce le basi della motricità consapevole e del relazionarsi con l’ambiente, le cose e le persone.
Intervistato dall’Ansa, l’amministratore delegato di Sport e Salute ha dichiarato di volere estendere il progetto in tutto il Paese, in quanto l’attività motoria per i più piccoli è un momento di formazione umana e sociale fondamentale, che aiuta i bambini a crescere, a condividere, collaborare e a rispettare gli altri.