“L’intenzione di inserire nel percorso formativo della scuola primaria specifiche attività di carattere motorio affidate a docenti appositamente formati e cioè ai laureati in scienze motorie, c’è; anzi dirò di più: abbiamo già individuato anche la soluzione tecnica del caso”: lo ha dichiarato il ministro Stefania Giannini nel corso della sua audizione del 24 aprile presso la Commissione Cultura della Camera.
“Il problema – ha però subito chiarito il Ministro – è di natura economica”.
In realtà se si pensa di introdurre negli organici di istituto posti per docenti specializzati il problema esiste: calcolando un insegnante ogni 10-11 classi in modo da garantire 2 ore di insegnamento per ciascuna classe, si ottiene un totale di circa 13mila posti aggiuntivi con un costo complessivo non inferiore ai 350-400milioni di euro.
Ma forse il Ministro pensa ad una soluzione meno costosa (anzi a costo pressoché nullo): si istituiscono 13mila posti per le attività motorie e parallelamente si diminuisce l’organico di posti comuni anche perché la presenza del docente specializzato rende inutile la contemporanea presenza del docente “di classe”.
Una soluzione del genere potrebbe piacere certamente molto anche alle famiglie che spesso, in molte scuole, contribuiscono economicamente per garantire la presenza aggiuntiva di personale specializzato messo a disposizione di associazioni e società sportive.
Si tratta però di vedere in che misura le organizzazioni sindacali saranno d’accordo sulla proposta.
Il Ministro, comunque, ha assicurato che per il momento proseguiranno le attività svolte in collaborazione con il CONI che permettono ogni anno ad alcune migliaia di classi di svolgere specifiche attività motorie grazie all’intervento di personale qualificato pagato in parte dal Miur e in parte dallo stesso CONI.