Riceviamo e pubblichiamo da parte di Luigi Martano, dirigente scolastico, un interessante contributo riguardo l’Atto di Indirizzo della ministra dell’istruzione relativo all’anno 2021:
In data 4 gennaio è stato pubblicato l’Atto di Indirizzo della Ministra dell’Istruzione per l’anno 2021 e, in seguito, è stato avviata, presso le Commissioni Parlamentari, una discussione sulle interessanti tematiche che la Ministra Azzolina ha voluto proporre per rilanciare la scuola italiana dopo che la crisi epidemiologica ha stravolto abitudini, modalità, dinamiche esistenziali di studenti e docenti nel fare scuola, con notevoli ricadute negative sulle performance degli studenti, come già evidenziato da alcuni istituti di ricerca , che espongono i nostri studenti a notevoli rischi di dispersione o abbandono scolastico e sociale considerando che, i loro omologhi appartenenti ad altri Paesi Europei, stanno regolarmente frequentando le lezioni.
L’Atto di Indirizzo avrà il suo riverbero a cascata nell’amministrazione della Scuola, con i successivi interventi dei Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali e dei Sovrintendenti delle Province di Bolzano e Trento, che hanno il dovere di emanare, a loro volta, gli atti di indirizzo alle istituzioni scolastiche di riferimento, adeguandoli alle loro realtà e, successivamente, anche i Dirigenti Scolastici dovranno far tesoro delle indicazioni contenute nei suddetti documenti per emanare ai propri collegi docenti la direttiva per l’elaborazione e/o aggiornamento del proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa. In questo iter, che non deve essere vissuto come un semplice adempimento burocratico, nasce l’opportunità per arricchire il nostro sistema scolastico dei contributi plurali al fine di migliorare i livelli essenziali delle prestazioni e i principi fondamentali verso una scuola di qualità.
C’è allora da chiedersi quanti collegi docenti fanno tesoro, con un’adeguata riflessione, delle indicazioni di questi documenti (l’uno a carattere nazionale e l’altro regionale) per elaborare la propria proposta formativa?
Il recente Atto di Indirizzo cerca di delineare, tenendo in considerazione i finanziamenti straordinari europei previsti dal Recovery Plan, un piano per il rilancio del sistema nazionale di istruzione e del ruolo delle Istituzioni Scolastiche e affrontare e risolvere problemi che contrastano con la qualità che dovrebbe essere garantita da un Paese membro del G7.
Si individua, quindi, subito l’obiettivo di dover lavorare per una scuola innovativa, aperta, coesa, solidale, ma soprattutto inclusiva, capace di offrire un’istruzione coerente con le esigenze e le inclinazioni delle studentesse e degli studenti.
Per raggiungere questi risultati il Piano individua anche le priorità e pone al primo posto l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica, promuovere l’inclusione e l’equità complessiva del sistema educativo nazionale. Rispetto agli altri Paesi europei che hanno raggiunto il benchmark del 10% previsto dal documento Education &Training 2020, l’Italia arranca intorno al 15% di dispersione e abbandoni.
Dopo aver definito la necessità di ripensare alla relazione virtuosa tra edilizia scolastica e benessere collettivo, l’Atto di Indirizzo punta a sollecitare le Istituzioni scolastiche ad innovare metodologie didattiche e ambienti di apprendimento che incentivino la partecipazione diretta degli studenti nella costruzione del sapere e facilitino l’integrazione tra gli apprendimenti formali, informali e non formali, a vantaggio dell’orientamento e dell’apprendimento permanente.
Una novità molto interessante, prevista nella proposta ministeriale, è quella di potenziare il middle management, come previsto dal comma 83 della Legge 107 del 2015, necessario per gestire al meglio un’organizzazione complessa come è diventata la scuola dell’autonomia, ma anche per avviare modelli adhocratici di gestione che superino i modelli burocratici. E ancora più innovativa è la proposta che l’esperienza e l’appartenenza al middle management possa successivamente essere un viatico per concorrere al ruolo della dirigenza scolastica con un bagaglio di esperienza organizzativa e di sensibilità amministrativa maturato in tale nuova area professionale.
L’Atto di Indirizzo della Ministra, inoltre, cerca di risolvere un’altra criticità legata alla necessità di rendere fattibile e percorribile la valutazione delle scuole, come previsto dal D.P.R. 80 del 2013, e la valutazione dei Dirigenti Scolastici previsto dalla Legge 107 del 2015 e dei CCNL dell’area dirigenziale. Una valutazione di sistema pensata in funzione del miglioramento della qualità del servizio scolastico e che si è arenata per mancanza dei Dirigenti Tecnici che avrebbero dovuto coordinare i Nuclei Esterni di Valutazione delle scuole e i Nuclei regionali per la valutazione dei Dirigenti scolastici. Dall’anno scolastico 2015/2016 sino al febbraio 2020 solo 800 Istituzioni Scolastiche su 8000 sono state visitate dai Nuclei facendo prevedere, già prima del fermo covid, circa 40 anni perché ogni scuola della penisola italiana possa essere visitata e accompagnata nel suo processo di miglioramento. Per questi motivi nell’Atto di Indirizzo si prevede la possibilità dell’ampliamento della consistenza del corpo ispettivo, che prevederà una dotazione organica di circa 191 Dirigenti Tecnici, da assumersi a tempo indeterminato a seguito dell’emanazione del prossimo bando di concorso.
Queste indicazioni, accompagnate anche dalla decisione del Parlamento di ritornare ai parametri della Legge 59 del 97 (500 alunni) per determinare la presenza o meno di un Dirigente e un Direttore titolari, possono limitare i danni di un dimensionamento selvaggio e riconfigurare la dimensione delle scuole intorno ad un numero di alunni, classi e docenti gestibili in funzione non solo amministrativa e burocratica ma in funzione della qualità.
Senza assegnare all’Atto di Indirizzo il ruolo di panacea dei tanti problemi delle nostre scuole, queste previsioni ed intendimenti ministeriali possono essere funzionali ad avviare un percorso verso la qualità che potrà avvalersi sia dei Dirigenti Tecnici, sia di un middle management motivato ed esperto per le nuove sfide di una scuola che punti al successo formativo.