Illustrato questa mattina alle Organizzazioni Sindacali l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto della Scuola, scaduto dal 2019. Dopo le reazioni di Flc Cgil e Gilda degli Insegnanti, arrivano anche quelle di Uil Scuola e Snals-Confsal:
“Questo contratto si colloca in una dimensione politica totalmente diversa da quella di poco più di una settimana fa – si apre con il diretto riferimento al quadro costituzionale dopo l’elezione del presidente della Repubblica, l’intervento di Pino Turi, questa mattina durante l’incontro con il ministro Bianchi, sull’atto di indirizzo per il personale della scuola.
La scuola è un grande sistema nazionale che tiene insieme il paese. É l’ultima grande infrastruttura del Paese – il richiamo alle parole del ministro Bianchi è voluto perché – sottolinea Turi – bisogna creare le condizioni per sottoscrivere un contratto nazionale per la scuola in un momento molto delicato. Va superato concretamente, con soluzioni condivise il clima di esasperazione che si avverte forte nelle scuole.
Non è utopia guardare ad un nuovo umanesimo attento alla relazione insegnante- studente, capace di mettere guardare al sistema istruzione nel suo complesso, adatto a metterlo in sicurezza dalle sirene della scuola-azienda.
Serve una fase 2 per la scuola. E’ questa la proposta lanciata da Turi.
Non siamo per gerarchizzare la scuola, né per firmare un contratto tecnocratico – ha detto. C’è bisogno di guardare alla scuola in modo ampio, il nuovo contratto deve definire diritti e obblighi in un testo che sia rispondente all’oggi, chiaro e applicabile. Inevitabile il richiamo al non-contratto sulla mobilità firmato da una sola sigla. Una ferita aperta – ha detto Turi – che va sanata, non per adesione ad un testo che contiene stratificazioni legislative di difficile applicazione ma aprendo alle osservazioni di sindacati che hanno forte identità e ampia rappresentatività dei bisogni dei lavoratori. E’ una partita aperta.
Un terreno di gioco e regole chiare
Serve un testo unico per la scuola e un contratto che parli con chiarezza del lavoro che si fa a scuola. Un tempo c’era il “trasformatore” – ha ricordato Turi – strumento negoziale che traduceva in misura contrattuale le norme di legge. Oggi abbiamo come punto di riferimento l’art. 2 (al comma 2) del Testo Unico. Lo stesso articolo che ha permesso di modificare parti della Legge 107.
Legge sulla quale è tornato a lavorare in Parlamento. Non abbiamo dimenticato – ha osservato Turi – che la chiamata diretta è stata eliminata solo da un ramo del Parlamento. Si sta forse pensando di riportare in auge questo sistema? Faremo argine – ha ribadito Turi.
Bene gli investimenti in infrastrutture. Ma le persone?
Guardare al lavoro delle persone che sono il primo investimento da fare – ha sottolineato Turi, riflettendo sugli investimenti previsti dal Pnrr. Risorse che resteranno come cattedrali nel deserto se non ci saranno, le persone, se non saranno definiti gli organici, se non ci saranno investimenti nella spesa corrente. Abbiamo molto faticato, nel contratto scorso, per delineare la ‘comunità educante’. E’ un punto fermo dal quel non vogliamo retrocedere”.
“Un Atto d’indirizzo la cui struttura snella potrebbe favorire la trattazione delle numerose criticità accumulate negli anni.
Il Consigliere del Ministro, Mario Ricciardi, ne ha illustrato sinteticamente obiettivi e contenuti che riguardano un rafforzamento del sistema delle relazioni sindacali, un maggior peso della formazione del personale, una regolamentazione in tema di lavoro a distanza e lavoro agile, il potenziamento del welfare, l’applicazione della riforma dell’ordinamento professionale del personale Ata, l’introduzione di funzioni di sostegno all’autonomia scolastica e lo spinoso tema delle sanzioni disciplinari per i docenti. Il documento, inoltre, prevede una manutenzione di alcuni istituti contrattuali messi alla prova nel contratto scaduto, nonché l’impegno di redigere un testo unico contrattuale di agevole consultazione.
Un Atto di indirizzo, dunque, per il quale si pone una condizione necessaria – come ha sottolineato il Segretario generale dello Snals-Confsal, Elvira Serafini – cioè il superamento del periodo di stallo nelle relazioni sindacali con il ministero, per assicurare che le trattative avvengano nel miglior clima possibile, utile a garantire le risposte al personale scolastico.
Un elemento critico, a giudizio dello Snals-Confsal, resta l’esiguità delle risorse a disposizione per il rinnovo contrattuale che, pur con l’incremento dei 300 milioni di euro, resta fermo a cifre che rappresentano il 4% del Pil, che nel quadro economico attuale è inferiore al 5% dell’inflazione. Sarà importante – ha rilevato Serafini -, il recupero di risorse dal PNRR su situazioni specifiche, come i divari territoriali, ma anche necessario insistere con il Governo per reperire ulteriori fondi che rendano possibile attuare le molteplici proposte dell’atto d’indirizzo.
Lo Snals-Confsal sottolinea la necessità di attenzione sul problema dei profili del personale Ata, in particolare dei Direttori dei Servizi Generali Amministrativi e dei DSGA facenti funzione e sul tema della formazione, che non deve essere legata ad obblighi che spesso non rappresentano significative occasioni di crescita professionale.
Il Segretario Serafini ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di potenziare gli organici, in relazione all’annosa questione del sovraffollamento delle classi. Il rafforzamento delle infrastrutture previsto dal PNRR non è sufficiente da solo a portare a una risoluzione del problema, senza intervenire sul personale. A questo proposito, si dovrà tener presente un provvedimento complessivo che tenga conto della valorizzazione del personale di ruolo e l’equiparazione dei docenti non di ruolo, con la soluzione dell’annoso problema del precariato”.
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