Sul tema della attribuzione degli incarichi dirigenziali ai vincitori del concorso per ds si è svolto oggi 31 luglio un incontro fra i tecnici del Miur e le organizzazioni sindacali.
Per la verità i criteri per il conferimento degli incarichi dirigenziali non costituiscono materia di contrattazione ma Ministero e sindacati hanno tentato di concordare comunque su alcune condizioni minime in modo da evitare che comportamenti difformi fra i diversi Uffici regionali.
Le posizioni emerse al tavolo si sono però rivelate del tutto divergenti.
“L’Amministrazione – si legge nel resoconto pubblicato dall’ANP – ha sottoposto all’attenzione delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL i seguenti criteri che intende applicare per conferire gli incarichi dirigenziali a coloro che saranno immessi nel ruolo di dirigente a decorrere dal 1 settembre 2019: nel caso di conferimento di primo incarico, non potendo fare conto sulla valutazione di alcun precedente incarico dirigenziale, si terranno in eguale considerazione le attitudini e le capacità professionali desumibili dalle esperienze e dalle competenze pregresse – se attinenti all’incarico dirigenziale – e la posizione occupata nelle relativa graduatoria di merito”.
In altri termini il direttore regionale dovrà assegnare l’incarico facendo un mix fra la posizione in graduatoria e le precedenti esperienze professionali; in tal modo dovrebbe riuscire ad evitare che una neo ds ex insegnante di scuola dell’infanzia finisca a dirigere un liceo scientifico dovendosi occupare di alternanza scuola lavoro e dei laboratori di chimica e di fisica che o un neo-ds che ha sempre insegnato elettrotecnica in un istituto tecnico finisca a dirigere un istituto comprensivo dovendosi magari occupare anche della organizzazione del pisolino pomeridiano dei bambini della scuola dell’infanzia.
Diametralmente opposta la posizione espressa dalla Flc Cgil e, per quanto ne sappiamo al momento, anche da Uil, Cisl e Snals.
“La FLC CGIL – si legge in una nota del sindacato di Francesco Sinopoli – ha verbalizzato il suo fermo dissenso sulla proposta dell’amministrazione che, accanto alla posizione in graduatoria, inviterà i DG degli USR a tenere conto delle attitudini e capacità professionali desumibili dall’esperienza svolta nella pregressa attività lavorativa”.
Lo Snals, ha chiesto che “gli incarichi ai dirigenti vincitori del concorso a dirigente scolastico da parte dei direttori regionali avvengano secondo l’ordine di graduatoria e le preferenze espresse. Non si comprenderebbe infatti come un semplice curriculum, dal quale si dovrebbero dedurre le esperienze e i titoli attinenti al ruolo da ricoprire, possa essere elemento di maggiore oggettività rispetto alla posizione in graduatoria di merito che già comprende tutti i titoli e le esperienze professionali degli aspiranti dirigenti.
In subordine, secondo lo Snals, “si dovrebbe prevedere l’obbligo in capo ai direttori regionali di motivare formalmente eventuali discostamenti dall’ordine di graduatoria. Tra l’altro il riferimento alla graduatoria evita contestazioni e contenziosi in una fase particolarmente delicata della procedura di selezione“.
Inoltre, sull’applicazione della legge 104 il sindacato ha richiamato l’attenzione sulle particolari condizioni di esercizio dei relativi diritti in armonia con quanto già stabilito da norme pattizie sulla mobilità di comparto.
Lo Snals ha chiesto anche di “consentire agli eventuali rinunciatari di giustificare e documentare formalmente i motivi della rinuncia ancorché non previsti da norme di legge, anche ai fini di successive legittime azioni”.
In altri termini secondo i sindacati del comparto scuola gli incarichi dovranno essere attribuiti seguendo rigorosamente la graduatoria di merito e senza tenere in alcun conto l’esperienza professionale pregressa, anche per evitare – si presume – che la direzione regionale utilizzi il proprio potere discrezionale in modo arbitrario se non addirittura illegittimo.
D’altronde tale posizione è del tutto coerente con la visione dei sindacati del comparto che considerano le graduatorie l’unico strumento legittimo per garantire l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa e che ritengono che ogni misura diversa possa sfociare nell’arbitrio se non addirittura nell’abuso. Che poi una docente di infanzia possa andare a dirigere un liceo o istituto agrario e che un docente di costruzioni o elettronica possa occuparsi di bambini dell’infanzia sono fatti del tutto marginali.
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