Marco Pappalardo, docente di Lettere, saggista e giornalista, nonché esperto di cose della scuola, manda in libreria un altro libro che coinvolge alunni e docenti, supportato dalla sua grande competenza di educatore e di pedagogista, nonché dal suo privilegiato osservatorio di maestro di strada nelle periferie di Catania. Il libro si intitola “Cara Scuola ti scrivo…L’attualità di Lettera a una professoressa”, edito da San Paolo.
E in effetti il nuovo saggio nasce dal confronto fra le pagine scritte dagli alunni di don Milani a Barbiana, ben 50 ani fa, e l’oggi degli studenti, sfruttando l’invito che allora i ragazzi fecero nel capitolo 28 a coloro che volessero rispondere alla loro lettera. E proprio su questo versante, Pappalardo ama sottolineare che “gli studenti di Barbiana e le loro parole, con gli insegnamenti di Don Milani, abbiano moltissimo da dire oggi”, per cui rispondere appare oltre che doveroso coerente coi tempi che stiamo vivendo, contrassegnati da una sorta di sbandamento dei capisaldi dell’istruzione. Per questo è particolarmente consigliato agli studenti della Secondaria di II grado, a quelli dell’ultimo anno della Secondaria di I grado, ai docenti, agli educatori, ai genitori.
L’operazione editoriale condotta dall’autore, ha una straordinaria singolarità, quella cioè di partire da brani di quella lettera per riportarli all’attualità, alle problematiche culturali e didattiche dell’oggi, sfruttando appunto la sua competenza di educatore e insegnate, di uomo di cultura e di amante appassionato della scuola, con tutti i suoi risvolti, comprese le asperità e i dubbi.
Ma nasce pure dalla sua lunga esperienza (ma potremmo pure dire militanza conoscendolo) di ascolto delle istanze culturali e umane dei suoi studenti, già registrate del resto in altri scritti, che tuttavia con questo nuovo volume acquistano una attualità più controllabile in quanto confrontata con un passato alquanto scordato per lo più, contraddistinto dall’avviarsi della istruzione di massa e dall’avvento conseguenziale di una nuova visione della scuola, mentre si preparava il “Sessantotto” e la contestazione studentesca.
Scrive Pappalardo: “Se io ho molto imparato dalla lettura di Lettera a una professoressa lo è grazie alla profondità, alla schiettezza, allo stile, all’arte che esprime; da parte mia ho scritto e risposto come se li stessi ascoltando di persona e colloquiando con loro o con i miei studenti, senza l’intenzione di insegnare qualcosa”.
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