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Audizione alla Camera dei Deputati sull’art. 5 del D.d.L. sulla riforma

L’incontro del 6 dicembre ha riguardato la riforma in generale, ma in particolare l’articolo 5 che regolamenta la formazione iniziale degli insegnanti ed ha visto da una parte pochi componenti della Commissione e dall’altra una folta delegazione di rappresentanti del mondo della formazione e di quello dei formandi e dei formati, precari compresi.
Presenti (oltre ai due deputati l’on. Angela Napoli di AN e l’on. Alba Sasso dei DS) per la CoDiSSIS (Direttori Scuole di specializzazione) i proff. Bonetta, Pontecorvo e Curti, per il CoNSVT (Supervisori del tirocinio) i proff. Sargenti e Pelli; per i CNSS e KIUS (coordinamento specializzati e specializzandi) i due coordinatori fra cui Enzo Arte; e infine due coordinamenti di precari.
La scelta di fare incontrare soggetti portatori di soluzioni così distanti, come in questi mesi si sono dimostrate le iniziative dei sissini e quelle dei precari è sicuramente una scelta cinica, che continua a giocare sul divide et impera e sul conflitto sociale attorno ai 30 punti, concessi ai sissini e contestati dai precari. L’incontro ne ha infatti ampiamente risentito, come ci ha dichiarato la prof.ssa Sargenti del COSVT, in quanto molto tempo prezioso si è sprecato nel tentativo di evitare la polemica al punto che le due parlamentari presenti hanno avuto gioco facile nel dire a tutta la delegazione che molte argomentazioni ascoltate "erano problemi di carattere sindacale, generati da una non attenta gestione del transitorio nel passato" (sovrapposizione di concorsi e SSIS). I parlamentari hanno parlato inoltre di decreti che avrebbero dovuto sanare la situazione che si è venuta a creare, segnalando un problema simile con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento universitario, previsto dalla riforma che deve regolare la fase transitoria fra le due tipologie di lauree, quella quadriennale attuale e quella triennale prossima.
Significativo anche per la nostra Casa Editrice l’intervento del prof. Enzo Arte del CNSS che ha fra l’altro illustrato i dati del sondaggio sulla formazione iniziale dei docenti che abbiamo lanciato sul nostro sito il 29 novembre scorso e che al 6 dicembre aveva già visto una partecipazione che consideriamo molto elevata di oltre 800 colleghi. I risultati del sondaggio, con tutta la prudenza che ogni sondaggio deve imporre in chi ne diffonde i dati, vanno in direzione diversa di quella tracciata dal legislatore nel disegno di legge delega.
La Camera dei Deputati dovrebbe concludere le audizioni sulla riforma della scuola entro il mese di dicembre 2002, per dedicare il mese di gennaio 2003 al dibattito in aula e alla approvazione di qualche emendamento che appare inevitabile. Il provvedimento dovrebbe tornare al Senato per una nuova lettura che potrebbe essere avviata nel prossimo mese di febbraio. Difficile dire al momento se tempi cosi concentrati sono da considerare realistici, tuttavia un dato è certo. Il dibattito sulla riforma con fatica esce dalla clandestinità in cui è stato tenuto, non riesce ad abbandonare le polemiche diversive, ma comunque raggiunge settori nuovi della società e delle forze politiche e c’è speranza che il legislatore ascolti le istanze anche degli insegnati che sono sempre più numerose prima di decidere in via definitiva.

Calogero Virzì

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