Il Miur, fa sapere la senatrice del Pd Laura Fasiolo, ha assegnato a ciascun istituto agrario pro capite per alunno 65 euro contro i 48 di prima, mentre la quota aggiuntiva per gli alunni diversamente abili sale da 12 a 15 euro. I 207 Istituti agrari rappresentano il 2,4% delle istituzioni scolastiche e a loro favore il Ministero eroga poco meno di 9 milioni di euro pari a circa il 6% dei finanziamenti complessivi (158 mln).
Venendo al tema, molto sentito dai dirigenti scolastici, relativamente alla necessità di semplificazione delle procedure amministrativo-contabili, è stato riformulato l’articolo 20 del Decreto Interministeriale 44/2001 al fine di chiarire che alle aziende agrarie o speciali, con finalità didattiche e formative, è consentita la separazione dei conti economici tra azienda agraria e scuola, mentre saranno introdotte delle semplificazioni amministrative nelle procedure di gestione dell’azienda, i cui conti, se in passivo, potranno essere ripianati con i fondi della scuola e con fondi ad hoc.
Gli attivi, invece, potranno essere utilizzati per il miglioramento tecnologico aziendale.
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Al centro del percorso di formazione, precisa la nota della senatrice, deve esserci uno studente che sia in grado di spendere le competenze acquisite in strettissima connessione con le aziende di settore, le quali ci chiedono di adeguare la nostra formazione agli standard europei e mondiali.
I programmi dei percorsi scolastici devo rivedersi, partendo da quelle discipline che sono state ingiustamente eliminate dal curriculum come la meccanica agraria, la fitopatologia, l’entomologia, la chimica enologica, la botanica etc. .
Inoltre è fondamentale che le aziende annesse possano disporre di macchine agricole sicure ed omologate e non antiquate, dotate dei più moderni sistemi di sicurezza e che le attività laboratoriali continuino ad essere il cuore di una didattica innovativa e tecnologicamente avanzata.
In questa visione si inserisce l’utilizzo dei fondi strutturali europei di cui possono beneficiare anche gli istituti agrari partecipando alle azioni del Piano Nazionale Scuola digitale (PNSD)e del PON competenze e ambienti per l’apprendimento: 2014- 2020.
In particolare, nel prossimo anno scolastico sono previste due tipologie di finanziamento:
laboratori modello professionalizzanti con uno stanziamento iniziale minimo di 175.000 euro che rappresenta, però, un primo concreto segno di attenzione per il ruolo dei laboratori nel settore agrario e laboratori professionalizzanti in chiave digitale per il quale si prevede un investimento PON di 140 mln a livello nazionale e per tutte le istituzioni scolastiche e che in quota parte consentirà di sostenere investimenti nel 100% degli istituti agrari del sud e nel 60% di quelli del centro-nord.
Riconoscendo il valore strategico per l’economia del nostro Paese della realtà degli Istituti agrari, i quali, è significativo notare, sono gli unici indirizzi tecnici in crescita per numero di iscrizioni, ho voluto inserire, scrive sempre la senatrice Fasiolo, nel parere che ho formulato come relatrice in commissione Istruzione sul ddl 2290 ” Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, una osservazione all’articolo 8, ritenendo opportuno integrare il Tavolo di coordinamento con la presenza di un rappresentante del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché di un dirigente scolastico facente le veci degli istituti agrari e di uno degli istituti alberghieri.
La scommessa che stiamo giocando come sistema Paese passa obbligatoriamente per la promozione di un piano nazionale di potenziamento degli istituti agrari, a partire da quelli con annessa azienda, in grado di formare operatori e tecnici altamente specializzati che possono inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro, consentendo così alla produzione agroalimentare italiana di puntare a livelli di eccellenza qualitativa e di efficienza gestionale attraverso una forte implementazione della nuove tecnologie sviluppate in campo agricolo che consentono di ottimizzare la produzione riducendo l’impatto ambientale in termini di minori prodotti chimici utilizzati e minori quantità di acqua impiegata nei cicli produttivi.
Solo facendo sistema tra competenze pubbliche, Ministeri Istruzione e Politiche Agricole e Regioni, e sistema produttivo potremo cogliere a pieno l’enorme potenziale messo in moto da Expo 2015 che ha rappresentato la vetrina più importante per il Made in Italy, in primis, quello agroalimentare.
Sen. Laura Fasiolo
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