Le linee programmatiche relative all’azione di governo della scuola che il Ministro Bussetti ha illustrato nel pomeriggio dell’11 luglio ai parlamentari delle Commissioni Cultura di Camera e Senato trovano tutti d’accordo su un punto: la scuola – ha sottolineato Bussetti – non ha nessun bisogno di una ennesima riforma strutturale.
Meno condivisibili per una buona parte del mondo della scuola appaiono invece altre questioni toccate dal Ministro.
A partire dal bonus premiale per i docenti più “meritevoli”, che però a partire dal prossimo anno scolastico sarà soggetto alla contrattazione fra dirigente scolastico e RSU di istituto e che, stando alle parole del Ministro non sarà cancellato in tempi brevi.
Né saranno eliminate le prove Invalsi come molti auspicavano.
Posizioni contrastanti sulle parole di Bussetti rispetto alla “Buona scuola” che, secondo il Ministro, non va cancellata ma semmai ritoccata e corretta in alcuni punti: “Toni troppo timidi” secondo la Flc-Cgil secondo cui la legge Scuola “deve essere superata in molti punti, non sono sufficienti dei semplici accorgimenti”.
Ironicamente soddisfatta la senatrice PD Simona Malpezzi che dichiara: “Il Ministro Bussetti conferma di non voler smantellare la buona scuola e questa è una notizia visto che giuravano l’avrebbero cancellata”.
D’altronde che sulla questione dei “bonus” il Governo non abbia intenzione di cancellare le scelte dei Governi precedenti è dimostrato anche da un altro fatto: Bussetti ha lasciato intendere che la Carta del docente sarà confermata, mentre nel corso della audizione svoltasi nella giornata del 10 luglio sempre presso le Commissioni parlamentari, il ministro della Cultura Bonisoli ha assicurato che il bonus per i diciottenni (la cosiddetta App18) non verrà cancellato e anzi sarà confermato anche per il 2020.
Ma è sulla questione delle risorse che si appuntano le critiche maggiori
Il segratario nazionale della Flc, Francesco Sinopoli, afferma: “Per la scuola ci vogliono investimenti: in nessun passaggio il ministro ha spiegato come intende recuperare fondi per l’Istruzione e la Ricerca, per la formazione, per il reclutamento, per l’inclusione”.
Malpezzi incalza: “Se è vero che il governo vuole continuare a investire in continuità con il precedente sull’edilizia scolastica, non capiamo perché sia stata chiusa l’unità di missione che aveva lo scopo di sostenere gli enti locali nella gestione delle risorse”.
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