Categorie: Personale

Auguri prof, è la vostra giornata!

Il 5 ottobre è la giornata mondiale dell’insegnante. Ad istituirla è stato l’Unesco, 18 anni fa, per celebrare l’anniversario della firma della "Raccomandazione UNESCO-OIL" del 1966 sulla condizione del personale docente di ogni ordine e grado. Da quell’anno il 5 ottobre diventa anche il giorno utile per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul ruolo fondamentale nel percorso di formazione, educazione, apprendimento dei bambini e dei giovani.
Quest’anno in Italia a giornata, celebrata in almeno altri 100 paesi, è stata commentata anche da alcuni politici. Ad iniziare dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che nel "ringraziare quanti, donne e uomini, stanno lavorando per l`educazione e l`istruzione dei cittadini di domani" ha rimarcato quanto "il loro impegno va ben al di là di quanto ricevono in busta paga. Sono una delle parti migliori del Paese a cui tutti noi guardiamo con rispetto, consapevoli di quanto sia stata umiliata la scuola dalla politica negli ultimi anni. Sono le maestre e i maestri che hanno realizzato l`unità dell`Italia, e oggi sono gli insegnanti con la loro competenza e il loro affetto che fanno crescere nuovi cittadini italiani arrivati da Paesi lontani".
Della giornata ha voluto parlare anche il leader dell’Idv,
Antonio Di Pietro, il quale ha detto che "i nostri insegnanti scolastici sono l`ossatura forte e sana di un corpo spossato da anni di cure sbagliate e dannose. Tutto quello che oggi, nonostante i tagli e le riforme sbagliate, è ancora funzionante ed efficace nella nostra scuola, è dovuto soltanto all`opera quotidiana di questi professionisti della cultura e dell`istruzione".
"Colpiti da decenni di precariato, da vere e proprie campagne di diffamazione, gli insegnanti – ha proseguito – continuano a consentire ai nostri figli di trovare insegnamenti, cultura, valori umani e civili. Alla vigilia della giornata mondiale degli insegnanti, voglio sinceramente ringraziare i docenti. E vorrei che i tanti uomini e donne del governo presente e dei governi passati che li hanno considerati soltanto un insieme da ridurre e ridimensionare, oggi chiedessero loro scusa".
Anche quest’anno la Gilda degli insegnanti ha programmato un convegno su tematiche di attualità scolastica. Quest’anno il tema dell’incontro, in programma a Roma presso il Centro congressi Cavour (in Via Cavour 50/A, tra le ore10 e le ore 13,30) è “Governance della scuola, quale futuro per la professione docente?”. Il Centro studi nazionale della Gilda degli insegnanti e l’Associazione docenti art. 33 invitano i docenti, la società civile e il mondo politico a riflettere e a confrontarsi sulla funzione dell’istruzione, la sua natura e il futuro della professione docente: “l’introduzione dell’autonomia delle scuole ha avviato e consolidato una importante, non necessariamente valida, novità” ma “in questo processo, restano in capo allo Stato alcune importanti prerogative, coerenti con un dettato costituzionale che non è mutato e per ora non è mutabile essendo inserito nel Titolo I della Costituzione. Ciononostante la proposta di legge (prima firmataria Aprea) ‘norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali’, all’esame delle competenti Commissioni parlamentari, interpreta l’autonomia delle scuola in senso assoluto e fortemente neo-liberista”.
Per questo, il convegno del 5 ottobre sottopone alla discussione due modelli antitetici di governance: “quello gerarchico-aziendale della proposta di legge Aprea e quello a rete, nel quale si auspica il rafforzamento del potere del collegio dei docenti con, ad esempio, la figura del coordinatore della didattica elettivo”.
Tra le altre iniziative in programma, segnaliamo la presentazione dei risultati della ricerca-dossier, di cui è autore il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, sulle malattie professionali degli insegnanti. “Lo studio – si legge nelle conclusioni dello studio – dimostra che l’inidoneità degli insegnanti è causata da patologie psichiatriche in oltre il 60% dei casi (il 70% delle quali appartengono all’area ansioso-depressiva), mentre le "disfonie" sono appena il 13% (5 volte di meno). Ne consegue che debbono essere ritenute patologie professionali dei docenti anche e soprattutto le patologie psichiatriche, per poi muoversi di conseguenza con piani di prevenzione e cura nel rispetto del dettato normativo sulla tutela della salute dei lavoratori (art.28 D.L. 81/08). Il problema, comune ad altre nazioni dove viene però affrontato con risolutezza, vede un Governo italiano distratto, che non attua studi epidemiologici su base nazionale, non valuta la salute della categoria professionale prima di licenziare le riforme previdenziali, ma al contrario penalizza i docenti (l’82% di questi sono donne) che si ammalano (decreto Brunetta, abolizione della causa di servizio, spending review)”.
Per la consultazione integrale dello studio sulle malattie professionali dei docenti italiani è possibile visionare l’allegato nella sezione “Approfondimenti” di questa pagina (sul lato destro).
Alessandro Giuliani

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