La sicurezza nella scuola è un problema di tutti i lavoratori, nessuno escluso: serve, quindi attuare una comunicazione efficace. Da parte del capo d’istituto, che non deve limitarsi alla mera comunicazione all’ente locale, e da parte dei lavoratori, docenti e Ata, che quando riscontrano qualche cattivo funzionamento o delle anomalie rispetto alla norma lo devono sempre segnalare. E chi di dovere deve mettere in atto la misura compensativa, quand’anche decidere di interrompere l’attività o bloccare l’utilizzo di un’attrezzatura”. Lo ha detto alla Tecnica della Scuola l’esperto di sicurezza in ambienti di lavoro Paolo Pieri, appartenente all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Torino, coordinatore della sicurezza nei cantieri, Rspp e docente.
In termini pratici, nella aule o nei laboratori della scuola questo significa che se un insegnante o un Ata riscontrano scostamenti, ad esempio, sugli esodi da utilizzare in caso di pericolo o sul numero eccessivo di alunni rispetto ai metri quadrati complessivi dell’aula (vale sempre il D.M. 18/12/1975), devono segnalarlo formalmente al proprio capo d’Istituto. Il quale dovrà verificare la pertinenza della denuncia e prendere provvedimenti, sanando il problema e sino a quando ciò non avviene spostare le attività in luoghi consoni oppure, se non vi sono, arrivare anche a sospenderle. Perché la sicurezza viene prima di tutto, anche del diritto allo studio.
Cosa devono fare le scuole per garantirsi una maggiore sicurezza?
È lo stesso decreto 81 del 2008 che cita molto spesso il termine ‘comunicazione’: quindi, lo stesso dirigente scolastico, in collaborazione con il servizio di prevenzione e protezione, a volte interno e a volte esterno, dove cecare di costruire un rapporto collaborativo con l’ente locale proprietario, e non limitarsi
a fare delle semplici segnalazioni, magari non fondate, quindi in mancanza di documentazione, senza nemmeno dimostrare di avere fatto una valutazione dei rischi e avere messo in atto delle misure compensative che devono cercare di ridurre il rischio in attesa che ci sia l’adeguamento definitivo da parte dell’ente locale.
I docenti che riscontrano delle anomalie nei locali scolastici cosa devono fare?
Devono comunque sempre segnalarlo, perché la segnalazione non è un compito soltanto delle persone sensibili alla sicurezza, dei responsabili del servizio prevenzione-protezione o degli addetti al servizio prevenzione-protezione, oppure dei preposti di laboratorio, ma è un diritto e anche un dovere di tutti i lavoratori. Quindi, chiunque si accorge di qualche malfunzionamento o anomalia, lo deve segnalare e chi di dovere deve mettere in atto la misura compensativa, quand’anche decidere di interrompere l’attività o bloccare l’utilizzo di un’attrezzatura, fino a quando non sarà riparata o messa adeguatamente a norma.
A livello di didattica, ci sono delle indicazioni sulla sicurezza, ad esempio sulla disposizione dei banchi?
Io sono laureato da tantissimi anni e tutte le teorie sull’utilizzo delle aule didattiche con conformazione a ferro di cavallo, con i banchi in fila per due oppure divisi per gruppo, sono comunque risalenti agli Anni Cinquanta. Quello che invece dovrebbe essere portato avanti è un nuovo metodo, un nuovo modo di insegnare, che oltre ad utilizzare la lezione frontale, utilizzi anche il lavoro di gruppo, il cooperative learning, il quale però deve essere adeguatamente supportato da attrezzature diverse e dagli arredi spesso disposti in modalità diversa, per facilitare la socializzazione da parte dell’allievo.
Per concludere, la sicurezza nella scuola è solo un problema di soldi che mancano oppure ci sono anche delle possibilità diverse di prevenire gli infortuni?
La sicurezza è anche un problema economico, ma è soprattutto un problema di cultura e di approccio, che deve essere portato avanti non soltanto da coloro che lo devono realizzare ma anche da coloro che la devono utilizzare e subire possibilmente in positivo. Quindi, il lavoratore deve essere responsabilizzato alla pari del datore di lavoro e delle figure intermedie, per cooperare al raggiungimento dell’obiettivo comune che è quello di vivere sine cura: il termine sicurezza deriva dal latino sine cura, quindi operare senza la paura di farsi male e subire degli incidenti.
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