È uno di quei temi sempreverdi, periodicamente riproposti, discussi e commentati. Come per i presunti tre mesi di vacanze dei docenti, gli smartphone in classe o lo stress da interrogazione che agita i sonni di molti studenti, anche la questione delle lezioni private riemerge di tanto in tanto e fa discutere.
Proprio qualche giorno fa, infatti, La Stampa ha pubblicato un articolo il cui titolo “Scuola, la stangata delle ripetizioni private: una spesa da 450 euro a famiglia” (ripreso anche dalla Tecnica della Scuola) a prima vista secco, neutro e basato su dati di fatto, nasconde in realtà un punto di vista che ci lascia perplessi. Prima di andare al punto della questione, riassumiamo rapidamente l’articolo: il quotidiano di Torino cita i numeri forniti dall’Osservatorio Ripetizioni Private di Ripetizioni.it, una piattaforma di riferimento per le lezioni private online e in presenza, che ha acquisito le testimonianze di un campione di 6.000 alunni di scuole secondarie di primo e secondo grado. Sembrerebbe che le famiglie italiane abbiano investito, per la preparazione dei propri figli, circa 450 euro per le ripetizioni private nell’anno scolastico 2023/24, circa il 10% in più rispetto all’anno scorso. La materia più ostica di tutte, quella per cui non basta l’impegno del docente curriculare, è – ma guarda un po’ – la Matematica. Seguono le Lingue, classiche e moderne, le Scienze e l’Italiano.
Ma è davvero così necessario ricorrere alle lezioni private? Secondo gli studenti intervistati dall’Osservatorio, sì, è un peso economico causato da lezioni inefficaci, dispersive, svolte da docenti non sempre preparati o magari supplenti che si alternano senza soluzione di continuità a causa del precariato.
Torniamo, così, al titolo che il quotidiano ha voluto dare al suo articolo. Oggi, di solito, la parola “stangata” è associata alle tasse o a ogni altra forma di imposta e balzello che siamo obbligati a pagare. Il termine viene normalmente percepito come una sorta di volontà vessatoria dei vari Governi che si succedono nei confronti dei cittadini. In un articolo sulle lezioni private, il termine “stangata” potrebbe indurre, così, a pensare che la Scuola sia un’istituzione che assesta volutamente colpi alle famiglie, costringendole a spendere soldi per un’istruzione efficace che essa stessa non sarebbe in grado di impartire.
Ovviamente non è così. Le famiglie sono libere di spendere i loro soldi come vogliono, ma di certo non è la Scuola che le costringe ad assumere professori privati per i loro figli. È pratica corrente, infatti, che gli istituti organizzino corsi di recupero per le materie sopraindicate. Con il fondo d’Istituto o ricorrendo al potenziamento, gli interventi per fare fronte alle esigenze degli alunni non mancano: ore curriculari aggiuntive soprattutto al primo anno delle superiori per colmare le lacune in uscita dalle medie, corsi extracurriculari nel primo pomeriggio, cooperative learning, peer tutoring e altre strategie simili.
Ci sarebbe, piuttosto, da ritrovare – da parte degli studenti e delle famiglie – alcuni principi ineludibili per una buona riuscita negli studi: la lentezza, intesa come tempo e profondità da dedicare allo studio; l’impegno serio e costante, nella consapevolezza che l’idea del “tutto e subito” procura solo guai; ma soprattutto, l’interesse e la motivazione, senza i quali non si va da nessuna parte.
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