Secondo alcuni accademici italiani, responsabili dei rapporti con la Cina, il numero di studenti di quella nazione presenti in Italia è in aumento e i giovani che stanno arrivando sono più preparati che mai.
Non sarebbero disponibili cifre ufficiali, dati concreti su cui discutere, ma secondo gli ‘addetti ai lavori’ questa realtà ormai è fuori discussione grazie pure alla evidente constatazione di marcato aumento degli arrivi di studenti cinesi che preferiscono sempre di più frequentare corsi di studio in Europa piuttosto che negli Stati Uniti.
Questo rilevazione la riporta Il Sole 24 Ore, che cita pure le dichiarazioni di funzionari dell’Università di Bologna, del Politecnico di Milano, dell’Università LUISS di Roma e di altri istituti a Xinhua per i quali appunto nell’ultimo decennio il numero di studenti cinesi iscritti è almeno raddoppiato e in alcuni casi è aumentato di quattro volte.
A confermarlo il direttore della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia-Cina a Milano, scuola che sovrintende sia il Programma Marco Polo per gli studi scientifici e umanistici sia il Programma Turandot per gli studi artistici e culturali. E proprio il direttore ha dichiarato che è aumentata la partecipazione a entrambi, nonostante la crescita del Programma Turandot sia stata più pronunciata.
Ha anche detto che in media la preparazione generale degli studenti sta migliorando: “Complessivamente, non c’è dubbio che il numero di studenti cinesi in Italia stia aumentando di anno in anno. Fino a qualche anno fa, uno studente cinese poteva venire in Italia senza qualifiche specifiche. Oggi hanno forti competenze, incluso un punteggio di almeno 400 punti su 750 nei molto impegnativi esami nazionali Gaokao”.
Il Gaokao, abbreviazione dell’Esame di ammissione nazionale al college, è un esame accademico cruciale che si tiene ogni anno ed è considerato necessario per accedere all’istruzione superiore in Cina. Si stima che 10 milioni di studenti abbiano sostenuto il Gaokao di quest’anno, tenutosi a giugno. “Sempre di più, gli studenti cinesi che arrivano in Italia sono in grado di partecipare immediatamente ai programmi – conferma Antonio Fiori, delegato del rettore dell’Università di Bologna per le relazioni con l’Asia – e chi non è pronto subito è in grado di recuperare molto rapidamente”.
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