Ansia, depressione, iperattività patologica, anoressia, disturbo ossessivo o paranoico, aggressione violenta. A Torino, negli ultimi 12 mesi, sono aumentati del 20% i casi di bambini e adolescenti che soffrono di disturbi mentali. A denunciare una situazione che «cresce esponenzialmente di anno in anno» è l’Azienda Sanitaria Locale che in tutta la città, nel 2012, ha avuto in cura oltre 10 mila pazienti.
La Stampa, che riporta la notizia, enumera altri dati: “Sono quasi il 10% della popolazione di quell’età, in linea con la media europea, superiore a quella regionale che si attesta attorno al 6%”.
“Gli studi dei colleghi specializzati in cure psicologiche a pazienti dell’età infantile sono pieni, a differenza di quelli per adulti, in cui c’è stato un calo di richieste”, dice Giancarlo Marenco, segretario dell’Ordine regionale degli Psicologi, che parla di un “raddoppio nell’arco degli ultimi cinque anni dei casi”. In particolare, bambini “anche molto piccoli e in età prescolare, dai 2 anni, con disturbi anche invalidanti di alimentazione – è recente la casistica di una bimba due anni e mezzo che non riusciva a deglutire e non soffriva di alcuna patologia organica –. E ancora, bimbi con fobie scolari, difficoltà legate al distacco dalla famiglia, disturbi vari del comportamento”.
Bambini e adolescenti difficili, continua l’inchiesta del quotidiano piemontese, “Tristi e arrabbiati, timorosi, con enorme difficoltà a rispettare le regole, iperattivi e insofferenti verso gli altri, in cui si insinua la consapevolezza di non riuscire a stare al passo con i coetanei, bimbi soprattutto fragili.
Sono questi i fenomeni che spingono le famiglie a rivolgersi allo psicologo per un aiuto. Nei più piccoli, sono frequenti anche balbuzie e tic motori, ansia generalizzata e sintomi predittivi di un disturbo della personalità, o ancora enuresi cioè involontaria emissione di urine nel sonno. Epifenomeni, anche gravi, di una situazione familiare di disagio e mancanza di cure, che se si trasformano in instabilità e patologie richiedono il supporto dei servizi neuropsichiatrici.”
Con un delicato lavoro di rete, tra famiglie, servizi sociali, autorità giudiziaria, scuole, “tentiamo di dare risposta a disagi sempre più complessi”, specifica la dottoressa Lorenza Bondonio, direttore responsabile dell’Np dell’Asl To2, le cui strutture, alle circoscrizioni 6 e 7, prendono in cura un 30% di pazienti di origine straniera su un bacino di 5500 casi annui, “di cui metà sono psichiatrici e psicologici, e metà neuropsichiatrici”.
Gli specialisti non smettono di interrogarsi sulle cause di un preoccupante aumento dei disagi nei minori: “La sensazione è che ci sia senz’altro una maggiore attenzione ai figli da parte dei genitori, ma soprattutto un complicarsi della situazione socio-familiare-ambientale che porta a vivere in contesti stressanti”.
Sarebbe consigliata “una psicoterapia seria di anni, e in parallelo una terapia familiare, un lavoro congiunto con educatori e scuole.”