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Aumentano i casi di Covid: tamponi in ospedale?

Sarebbe attesa a giorni la circolare del ministero della Salute  sull’esecuzione dei tamponi se si arriva al Pronto Soccorso o in ospedale per tutelare la salute dei più fragili, come persone affette da malattie autoimmuni e anziani. Ma ci sarebbe pure molta preoccupazione per la variante Pirola del virus da Covid-19.

Ha dichiarato il direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, ad Adnkronos Salute: “Nei prossimi giorni assisteremo ad un progressivo aumento del numero dei casi Covid, uno scenario inevitabile e legato, come successo negli anni precedenti, alla piena ripresa delle attività lavorative e alla riapertura delle scuole nelle varie Regioni” 

Matteo Bassetti, virologo e primario del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, però smorza gli allarmismi e invita invece ad essere prudenti, rispettando gli altri ma senza nuove imposizioni come in passato: “Il punto importante sarà la vaccinazione per over 60 e i fragili, come ha indicato il ministero della Salute e le società scientifiche Siti e Simit, con 12 mln di dosi vaccinali previste per la platea candidata alla vaccinazione

“La linea deve essere rispetto per gli altri, senza imporre nulla. Ma l’idea che debba tornare la mascherina nei supermercati è sbagliata. Mentre chi va in ospedale a trovare un parente non fa male a metterla, non solo per il Covid ma per qualsiasi altro microrganismo”.

Intanto si parla con sempre più insistenza della variante Pirola che sta destando preoccupazione. Ma cos’è?

Ecco come è descritta da Adnkronos: 

La variante Pirola è caratterizzata da ben 40 variazioni, ed ha una forte capacità di eludere la carica immunitaria dell’individuo. È per questo motivo che c’è una certa preoccupazione in merito. Il suo nome ufficiale è BA.2.86, e si è già presentata in diversi Paesi, grazie alla capacità di sfuggire alle difese immunitarie degli individui.

Sono due le mutazioni che sembrano essere responsabili della maggiore trasmissibilità di questa versione. Inoltre la diffusione della Pirola non pare aver nessun nesso epidemiologico tra chi ne è stato colpito. Tra i Paesi dove è già comparsa, Sud Africa, Stati Uniti, Israele, Regno Unito e Danimarca.

Per ora non si segnalano casi di Pirola in Italia, ma per i medici è solo questione di tempo prima che arrivi anche da noi. L’incremento dei casi da Covid-19, quindi, non è da ricollegare a questa variante.

I sintomi che provoca sono simili a quelli di un’influenza, quindi una febbre moderata, mal di testa e raffreddore. Tutti malesseri che già in origine il Covid in forma lieve provocava, sebbene per il momento non vengano registrati casi gravi con polmonite o problemi respiratori gravi.

Pasquale Almirante

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