La trattativa per il rinnovo del contratto scuola procede, ma fatica, come abbiamo già scritto fornendo un primo resoconto dell’incontro del 17 gennaio nel corso del quale nessun nodo vero è stato affrontato, anche se sembra ormai assodato che gli 85 euro di aumento per tutti sia un assoluto miraggio.
D’altronde, già per gli statali il problema è stato risolto con l’attribuzione di una quota perequativa agli stipendi più bassi; per gli statali le risorse necessarie sono state trovate rinviando al 1° marzo l’applicazione delle nuove tabelle stipendiali.
Per la scuola però la situazione è ancora più complessa perché la percentuale di dipendenti che necessita della perequazione è molto più alta di quella presente nel comparto degli statali e quindi, a conti fatti, non basterebbe un rinvio di due mesi nella applicazione del nuovo contratto, ma ne sarebbero necessari almeno tre.
Gli aumenti, insomma, decorreranno quasi certamente da aprile.
Ma c’è un’altra notizia importante arrivata dopo la conclusione della riunione: l’Aran ha inviato ai sindacati una nuova bozza di articolato che prevede esplicitamente, fra le materie oggetto di contrattazione integrativa nazionale: “la definizione dei criteri generali per la quantificazione dei premi individuali basati su sistemi di valorizzazione del personale, ivi compresi quelli riconosciuti al personale docente ai sensi dell’articolo 1, comma 127 della legge 107/2015”.
Si tratta certamente di una novità che però difficilmente potrà servire ad accontentare i sindacati.
“Per la verità – dichiara Luigi Del Prete, dell’USB – il testo dell’articolato che già conoscevamo contiene elementi non solo inaccettabili, ma persino peggiorativi rispetto alle regole in vigore”.
Spiega: “Non c’è solo la questione del tutoraggio per l’ASL che viene considerato all’interno della funzione docente, ma addirittura si prevede che il Piano annuale delle attività non debba più essere deliberato dal collegio dei docenti. Con il nuovo contratto il Piano potrà essere adottato dal dirigente scolastico, sentito il collegio dei docenti”.
“Insomma – conclude Del Prete – il contratto è pienamente coerente con l’assetto della legge 107 e, anzi, accentua anche le prerogative del dirigente scolastico”.
Ma la sensazione è che, prima o poi, il contratto verrà siglato anche perché le confederazioni hanno già accettato senza eccessive resistenze il contratto per gli statali che mette diversi punti fermi proprio in materia di relazioni sindacali e di rapporto fra legge e contratto.
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