Gli aumenti stipendiali previsti dal contratto scuola sono modesti, anzi modestissimi e in molti si chiedono per quale motivo per gli statali si sia in qualche misura riusciti a far quadrare i conti.
Il motivo è tutto sommato abbastanza semplice.
Intanto bisogna partire dalle modalità con cui il Governo ha deciso già da tempo di distribuire fra i diversi comparti i 2,9 miliardi disponibili per i contratti pubblici.
In pratica siccome 2,9 miliardi corrispondono al 3,48% dell’intero monte salariale si è stabilito di attribuire a ogni comparto esattamente una somma pari a quella percentuale.
Peccato che nella scuola gli stipendi siano più bassi rispetto agli altri comparti e questo determina qualche problema.
Vediamo perché
Nel comparto Ministeri, per esempio, i dipendenti con lo stipendio più basso avevano al 31.12.2015 uno stipendio tabellare di circa 16.400 (l’importo varia leggermente da un ministero all’altro in relazione alla indennità unica di amministrazione in godimento)
Questo ha consentito di riconoscere agli stipendi più bassi un aumento di 63 euro; stipendi che, grazie all’attribuzione di un “elemento perequativo” di 22 euro, cresceranno comunque di 85 euro.
Per la scuola la musica cambia e anche di molto: gli stipendi più bassi, infatti, superano di poco i 15mila euro.
Quindi, calcolando l’aumento sempre secondo la percentuale del 3,48%, l’incremento è decisamente minore.
Senza considerare un altro dato importante: gli statali interessati al contratto sono complessivamente circa 250mila e cioè poco più di collaboratori scolastici e assistenti amministrativi messi insieme.
Il personale con bassi stipendi nella scuola incide quindi in modo significativo sul complesso delle risorse contrattuali necessarie, basti pensare che, per almeno 100mila dipendenti del comparto scuola sarà necessario prevede un elemento perequativo di almeno 35-40 euro, pari esattamente al doppio di quello che è servito per gli statali, che, oltretutto sono assai di meno.
Insomma, il fatto è che la forbice esistente fra gli stipendi della scuola e quelli di altri settori resterà esattamente identica, anzi in termini di valore assoluto aumenterà persino leggermente.
Gli aumenti di 117 euro che si sono registrati per le fasce più alte degli statali non saranno affatto raggiungibili dai docenti, neppure da quelli con stipendi più alti.
E di questo c’è la certezza quasi assoluta, visto e considerato che è ormai scontato che né i soldi del bonus né quelli della carta del docente potranno essere inseriti nelle risorse destinate ad incrementare lo stipendio tabellare.
Questo, per lo meno, per il contratto in discussione adesso, per quello futuro (2019/2021) si vedrà.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…