Nella giornata di martedì, 16 maggio, il ministro De Mauro è intervenuto nuovamente sulla questione degli aumenti di retribuzione per merito agli insegnanti; la posizione espressa solo tre giorni ne esce ammorbidita: "si tratta – ha detto infatti il Ministro – di un meccanismo che si sta ancora studiando con la collaborazione del sindacato e delle rappresentanze degli insegnanti”.
Resta fermo invece il fatto che dovranno essere le scuole stesse ad individuare coloro i quali ”si sono impegnati di più quantitativamente e qualitativamente” e che saranno i responsabili degli istituti a dover dire l’ultima parola.
Pur così precisata, la proposta del ministro rischia comunque di avere vita difficile. Per ora, infatti, l’unico commento favorevole è arrivato dall’Anp il cui presidente Giorgio Rembado è stato anche il primo a prendere posizione sulla proposta.
Non appena le dichiarazioni di De Mauro sono state rese note la Uil Scuola – per bocca di Massimo Di Menna – ha fatto che ”la strada indicata dal ministro per gli aumenti legati alla professionalità dei docenti è una via da percorrere, ma non dovranno essere i capi di istituto a decidere”.
D’altronde già nei giorni scorsi Unicobas e Cobas avevano pronunciato un secco no; "la somma di cui si parla – sostiene per esempio l’Unicobas – deve essere distribuita a tutti, senza distinzione".
La proposta evidenzia – sempre secondo l’Unicobas "una ostinazione inaccettabile che ha già portato all’affondamento di Berlinguer e non risparmierebbe neanche De Mauro".
Il portavoce dei Cobas è stato ancora più esplicito: "Vorrei che si capisse che è inutile perdere mesi alla ricerca di criteri di valutazione impossibili da trovare. C’è solo un modo per capire come lavora un insegnante: rimanere a lungo in classe con lui. Non lo si può fare, e allora meglio lasciar perdere".
E persino la Cgil Scuola si è mostrata se non del tutto contraria quanto meno perplessa: "Che significa – queste le dichiarazioni al quotidiano La Stampa del segretario generale Enrico Panini – che a decidere sui meriti dei professori sarà la scuola? Toccherà ai presidi, ai collegi dei docenti, ai consigli d’istituto, o magari a un organismo creato ad hoc? Se si vuole puntare tutto sui capi d’istituto noi diciamo subito che non siamo d’accordo e che preferiamo la collegialità".
Scontato il disaccordo di Sandro Gigliotti della Gilda che dichiara: "Non è accettabile che siano i capi di istituto a gestire i 1200 miliardi del concorsaccio. Si andrebbe verso una gestione clientelare semplicemente disastrosa. La Gilda pretende che i 1200 miliardi comincino a costituire quell’ indennità di funzione docente negata dall’ultimo contratto".
E qualche dissenso c’è anche nella stessa maggioranza di governo.
Secondo Piergiorgio Bergonzi, responsabile scuola del Pdci, la soluzione proposta dal Ministro apre infatti la strada a "possibili discriminazioni".