In questi giorni si è parlato moltissimo dell’emendamento alla legge di bilancio 2025, ora ritirato, che prevedeva un aumento di stipendio per i ministri non parlamentari, tra cui, per fare un esempio, anche Valditara. Come riporta il sito della Camera dei Deputati, a presentarlo è stata una docente, Monica Ciaburro, deputata di Fratelli d’Italia.
La donna, vicepresidente della Commissione difesa, insegna in una scuola secondaria inferiore. A Il Corriere della Sera ha spiegato le sue ragioni, dicendo che ripresenterebbe l’emendamento. “In realtà è un emendamento che avevo già presentato altre volte. Sono anni che esiste questa disparità. Una disparità che non rientra nella logica delle cose giuste; sarebbe giusto che due giornalisti che fanno la stessa cosa, con lo stesso livello, avessero una differenza di retribuzione del 60%? In realtà pensavo più ai sottosegretari che hanno una penalizzazione ancora più pesante dovendosi spostare a loro spese”, ha spiegato.
Ma perché è stato ritirato? “È semplicemente decaduto come migliaia di altri perché per me non era tra i prioritari. Pensavo fosse una cosa logica e che non scatenasse una polemica. Se dovessi agire secondo ciò che è giusto, come mi hanno insegnato, lo ripresenterei. Ho presentato un emendamento perché mi sembrava sconvolgente quello che stava succedendo”.
La misura avrebbe innalzato di 3.200 euro la già cospicua indennità di ben otto ministri non parlamentari: da circa 9.200 euro lordi al mese a circa 12.400 euro. L’aumento – che avrebbe comportato l’assegnazione di diaria e rimborsi spese a chi guida un dicastero senza essere né deputato né senatore – avrebbe portato l’indennità alla stessa consistenza di quella dei ministri che sono anche parlamentari.
L’operazione avrebbe riguardato Valditara, a capo del dicastero dell’Istruzione e del Merito. Oltre a lui, scrive Il Fatto Quotidiano, a beneficiare dell’aumento a fine mese Orazio Schillaci (Salute), Guido Crosetto (Difesa), Marina Calderone (Lavoro), Alessandro Giuli (Cultura), Andrea Abodi (Sport), Alessandra Locatelli (Disabilità), Matteo Piantedosi (Interno).
In tanti hanno gridato allo scandalo, soprattutto all’opposizione. Ma anche il mondo della scuola ha storto non poco la bocca, soprattutto perché per vedersi assegnato un aumento del 6% lordo (circa 160 euro lordi medi) stanno passando i mesi e gli anni senza che siano partite nemmeno le trattative sulla base dell’atto di indirizzo.
E comunque le risorse messe a disposizione dal Governo rimangono comunque quelle, decisamente esigue rispetto soprattutto al costo della vita, già previste per tutto il pubblico impiego. Nel frattempo, il contratto 2022-24 sta anche volgendo al termine, senza vedere risultati in controtendenza.
Secondo Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s in assemblea, l’emendamento è “veramente vergognoso. Ancor di più dopo che FdI, Lega e FI hanno bocciato le nostre proposte per aumentare di cento euro al mese le pensioni minime, introdurre il salario minimo e ripristinare il Reddito di cittadinanza”. Secondo la pentastellata, “un Paese con il record di poveri assoluti e quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri non si merita un governo che continua a pensare solo ed esclusivamente ai propri interessi a scapito della collettività”.
Per il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano, è “una scelta che lascia increduli e appare ancora più grave alla luce di una manovra di bilancio che non investe in sanità, scuola, lavoro e casa. Il governo fa finta di non capire: noi chiediamo un miglioramento delle condizioni e degli stipendi degli italiani, non di quelli dei ministri e dei membri del partito della presidente Meloni”.
Anche il senatore di Italia viva Enrico Borghi si dice indignato: “Mentre gli italiani faticano ad arrivare alla fine del mese, il Governo propone di aumentare lo stipendio ai ministri. È una vergogna”, ha scritto su X.
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