Sul rinnovo del contratto della Scuola 2019/2021 non c’è alcuna firma in arrivo, almeno per il momento. Ma almeno ora i dipendenti possono saper con certezza l’entità delle cifre aggiuntive che probabilmente con il nuovo anno, il 2023, potrebbero arrivare nei loro stipendi. Le somme sono state elencate dall’amministrazione durante l’incontro con i sindacati, svolto presso l’Aran, il 20 luglio.
Gli incrementi in arrivo
Questi gli incrementi illustrati alle organizzazioni sindacali rappresentative, presenti all’incontro in parte in presenza e in parte on line.
Il quadro economico a disposizione del tavolo negoziale ammonta complessivamente a poco più di 2 miliardi di euro, al lordo degli oneri riflessi conteggiati al 38%. Questa cifra servirà anche in parte a erogare l’elemento perequativo, oggetto poi di successiva discussione al tavolo negoziale che dovrà decidere se conglobarlo nello stipendio tabellare.
Proprio la presenza dell’elemento perequativo fa sì che i 2 miliardi di euro a disposizione corrispondano a un incremento pari al 4,22%.
La parte più consistente andrà a rivalutare il tabellare con aumenti medi calcolati dall’Aran in 97,15 euro/mese per 13 mensilità (comprensivi dell’elemento perequativo), cifra calcolata su unità di personale al 31.12.2018 pari a 1.145.157 (di cui circa 936mila docenti e 209mila Ata).
Ulteriori piccole cifre
A queste cifre vanno aggiunti gli stanziamenti della legge di bilancio 2022 che ha previsto:
- all’art.1 co.612 per i nuovi ordinamenti del personale Ata lo 0.55% del monte salari;
- all’art.1 co.327 per la valorizzazione dei docenti 300 milioni di euro dall’1.1.22, pari a un incremento di 270 milioni di euro. Questa cifra corrisponde a un incremento medio individuale di 16 euro/mese per 13 mensilità;
- all’art.1 co.606 per il fondo di miglioramento dell’offerta formativa (docenti) 89,4 milioni di euro. Questa cifra corrisponde a un incremento medio individuale di 5,31 euro/mese per 13 mensilità;
- all’art.1 co.604 per il superamento del limite sul trattamento accessorio (Ata) 14,8 milioni di euro. Questa cifra corrisponde a un incremento medio individuale di 3,91 euro/mese per 13 mensilità.
Sommando tutte le risorse si arriva a 2,4 miliardi di euro totali, pari a un incremento del 5%.
Gli aumenti in euro
Ricapitolando i calcoli dell’Aran, a regime, dall’1.1.22 per i docenti c’è da aspettarsi un aumento del tabellare pari a 102 euro/mese, cui possono aggiungersi 16 euro per la valorizzazione docenti e 5,31 per il miglioramento dell’offerta formativa.
Per gli Ata, invece, l’aumento tabellare è di 75 euro/mese, sempre in media, cui possono aggiungersi 9,79 euro per la riforma dell’ordinamento professionale e 3,91 per l’accessorio.
A queste somme di incremento mensile, vanno poi aggiunte tra le 1.500 e le 3.000 euro di arretrati, sempre per il periodo 2019-2021.
I primi commenti dei sindacati
Secondo lo Snals-Confsal, “c’è necessità di disporre di un documento scritto, necessario ad analizzare con precisione la consistenza delle risorse a disposizione, comunque insufficienti a fronte di un’inflazione galoppante”.
“Ogni valutazione sulle risorse, illustrate solo verbalmente nel corso dell’incontro, sarà subordinata allo studio di un testo circostanziato. Pertanto, lo Snals-Confsal si riserva di inviare successivamente le proprie osservazioni”, ha detto la sua segretaria Elvira Serafini.
“Dopo il confronto di oggi sulle risorse – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, pari a poco più di due miliardi di euro per la scuola, abbiamo spiegato motivi per cui occorre portare in busta paga molto di più del 4,22% che verrà riconosciuto, ovvero un incremento medio mese di 102 euro circa, per tredici mensilità, incluso l’elemento perequativo per il personale docente e 88 euro per il personale Ata”.