I numeri del covid-19 sono impetuosi e l’aumento di contagi è sotto gli occhi di tutti, ma quello che è peggio non sono i numeri odierni, ma la prospettiva di un aumento esponenziale dei casi di positività in coincidenza con la riapertura delle scuole, una volta terminate le feste.
Il bollettino di oggi descrive un numero di casi di positività pari a 30810 con un tasso percentuale del 9% rispetto i tamponi fatti, ovvero un positivo ogni 11 tamponi effettuati.
La situazione non è affatto tranquillizante e il rientro a scuola, già dal prossimo 7 gennaio 2022, preoccupa gli addetti ai lavori.
Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, scrive su Facebook: “L’esplosione dei contagi tra bambini ed adolescenti dovrebbe indurre ad una riflessione urgente sulle misure di sicurezza adottate nelle scuole. La retorica è inutile”.
I numeri gravosi del Covid-19, che in questi giorni aumentano con una certa continuità, fanno ricordare al Presidente ANP Lazio Mario Rusconi, che “da troppi anni la scuola italiana è stata abbandonata al proprio destino, evidentemente perché la politica non la ritiene importante o prioritaria. Nella fattispecie pandemica, ancora una volta la scuola rappresenta l’anello debole del sistema. Le precauzioni e i presidi all’interno delle scuole sono ferrei e funzionano, grazie al duro lavoro degli insegnanti, del personale Ata e dei dirigenti. Purtroppo all’esterno non è così. Continuano gli assembramenti per le strade, nei negozi, nelle diverse attività ricreative, tra la gente. I mezzi pubblici non sono aumentati e anche li la calca è sotto i nostri occhi. Gli edifici scolastici sono rimasti gli stessi e le classi pollaio non sono scomparse”.
Sulla questione aumenti consistenti di casi di positività, anche sulle fasce di età più giovani, rassicura il Ministro dell’Istruzione Bianchi che dichiara: “Prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini positivi molto controllato, 0,5% su un totale di 8 milioni: avevamo una situazione controllata. Che vi siano aumenti è possibile, stiamo lavorando tenendo conto di questa possibilità, ma la scuola resta il posto più controllato, sui cui abbiamo la massima di attenzione”.
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