Non si esaurisce, come sarebbe stato auspicabile con la fine della stagione estiva e l’avvio del nuovo anno scolastico, il tormentone riguardante l’aumento dell’orario di servizio settimanale del personale docente sia per le scuole primarie che per quelle secondarie.
Sembra essere un obiettivo che questo governo, salvo cadute più o meno probabili, si è posto in vista del prossimo rinnovo del contratto scuola.
Un tormentone, quello dell’aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti, che ci ha tenuto compagnia durante i mesi estivi e continua ancora a tenere banco. Ricordiamo le voci agostane, abbastanza attendibili, che ci raccontavano di sottosegretari all’istruzione impegnati in un giro di ricognizione a ragionare con sindacalisti ed esperti di scuola, sulla necessità di inserire nel prossimo rinnovo contrattuale della scuola la possibilità di un aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti delle scuole primarie e secondarie o comunque sull’opportunità di creare un sistema di flessibilità oraria del servizio dei docenti.
La proposta del Miur sarebbe quella, innanzitutto, di trasformare le due ore di programmazione delle scuole primarie in orario di lezione rivolta ai bambini, ma anche, per quanto attiene le scuole secondarie, di tentare un ragionamento volto ad innalzare l’orario settimanale di servizio dei docenti.
Questa operazione, dicono i sindacati, comporterebbe un taglio di posti pari a quello delle immissioni in ruolo previste per il prossimo triennio.
Soltanto la trasformazione in ore di lezione delle due ore di programmazione dei maestri delle scuole primarie farebbero, dall’oggi al domani, perdere dalle 15 alle 18 mila cattedre. Bisogna ricordare che il tentativo di aumentare l’orario di servizio dei docenti non è una novità assoluta, infatti si era già tentato di introdurre, nella bozza di legge di stabilità 2012, all’art. 3, l’aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, ma, la forte contestazione dei docenti e l’unitarietà sindacale contro questo provvedimento, in un momento in cui si sapeva già che da li a poco si sarebbe dovuto votare, ha fatto recedere il governo Monti dal perseguire questo obiettivo.
Nel su citato art. 3 della bozza della legge di stabilità 2012 era stato previsto che a decorrere dal primo settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, sarebbe dovuto essere di 24 ore settimanali.
Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su posto comune sarebbe dovuto essere utilizzato per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità e per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo nonché per posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione.
Le 24 ore di servizio del personale docente di sostegno, invece sarebbero dovute essere dedicate interamente ad attività di sostegno. Adesso, a distanza di un anno, come era logico prevedere, la storia si ripete e si continua a parlare di aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti. La variante rispetto al primo tentativo è quella che parallelamente alla discussione della legge di stabilità 2013, si dovrebbe parlare di aumento dell’orario di servizio dei docenti anche al tavolo di contrattazione, che si dovrà insediare presumibilmente nelle prossime settimane, per rinnovare il contratto della scuola che è ormai scaduto dal 2009. Autorevoli sindacalisti che curano le relazioni politico-sindacali con il Miur, ci informano di un pressing asfissiante del Miur sulla questione che tratta sostanzialmente il mutamento dell’art. 28 dell’attuale contratto scuola, inserendo una nuova norma contrattuale che preveda l’aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti.
Ci piacerebbe sapere alla luce del sole, quali sono le proposte che il Miur porterà nella sua piattaforma contrattuale e siamo altrettanto curiosi di conoscere le controproposte dei sindacati firmatari del precedente contratto. La cosa certa per adesso, è che il tema dell’aumento dell’orario di servizio settimanale dei docenti resta un obiettivo del governo e continua ad essere un tormentone che vedrà i suoi sviluppi entro la fine del 2013.
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