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Aumento quota mobilità interprovinciale nella O.M. 2018

Prendendo atto della sottoscrizione del CCNI da parte di alcune sigle sindacali, contratto che ripropone integralmente le storture aberranti di quello dello scorso anno, non posso che fare alcune considerazioni al riguardo.

Sottoscrivere un contratto di tale importanza, in fretta e furia, alle porte di Natale è squallido. Buona parte dei docenti di ruolo, esiliati lontano da casa, sono alle prese con i preparativi per rientrare in sede di residenza, e non possono neanche dissentire come vorrebbero.
Impegnati ad ottimizzare quei pochi giorni che lo Stato sta concedendo a migliaia di persone, separate in modo coatto dalle proprie famiglie, per trascorrere qualche giorno in serenità.
Aver fatto passare in modo strategico il contratto in questo periodo ci dà perfettamente l’idea del livello infimo delle scelte operate da chi ci governa e da chi dovrebbe tutelare i diritti della categoria, e invece persevera nel fare differenze, creando disparità di trattamento vergognose che sono sotto gli occhi di tutti. Bastano solo queste due percentuali per capire l’entità di tale ingiustizia: 30% e 60%.
Il 30% corrisponde alle briciole di posti destinati alla mobilità interprovinciale, che non potrà mai essere sufficiente a soddisfare le richieste di tantissimi docenti fuori sede, che in certi casi lavorano fuori provincia anche da più di 15 anni, avendo maturato esperienza e macinato chilometri su chilometri di gavetta.
Il 60% è invece il grosso dei posti, assegnato in modo palesemente arbitrario e illegittimo alle assunzioni, anche di giovanissimi alle prime armi e senza esperienza alcuna, a cui lo Stato sta attribuendo la responsabilità di seguire il futuro dei nostri figli. Quando in ogni ambito della P.A. prima di procedere a nuove assunzioni si effettuano operazioni di mobilità interna del personale già assunto. Ma di questo sembrano non avere contezza né il MIUR né le OO.SS firmatarie.La beffa delle beffe, poi, riguarda il riferimento nel comunicato diffuso dai sindacati al finanziamento previsto nella legge di Bilancio di 150 milioni di euro, destinati ad incrementare l’organico di diritto. Questi posti verranno letteralmente scippati ai docenti di ruolo che usufruiscono annualmente di assegnazioni provvisorie, che come è noto sono in organico di fatto. La conversione di questi posti in organico di diritto e la loro attribuzione alle assunzioni, rappresenterà l’ennesimo furto ai danni del personale già di ruolo.
Si provveda pertanto a sanare queste evidenti illogicità, apportando i dovuti correttivi nell’Ordinanza Ministeriale sulla Mobilità 2018, altrimenti i docenti di ruolo provvederanno a strappare le tessere sindacali e a boicottare le prossime elezioni RSU. Faccio parte di diversi gruppi di docenti fuori sede, costituiti da migliaia di iscritti e la linea da seguire è questa. L’effetto boomerang sulle OO.SS. firmatarie sarebbe potentissimo.
Grazia Cavallaro
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