Nella Gazzetta Ufficiale del 18 ottobre, Serie Generale n. 244, è stato pubblicato il Decreto Legge 18 ottobre 2023, n. 145, riguardante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, denominato “Decreto Fiscale”.
Il provvedimento entra in vigore oggi, 19 ottobre. Si tratta di un documento collegato alla Legge di Bilancio 2024. Lo scorso 16 ottobre, come comunicato dalla Presidenza del Consiglio, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, aveva approvato questo decreto-legge.
Tra le misure di interesse per il mondo della scuola c’è sicuramente l‘anticipo del rinnovo contratti pubblici: “Si dispone, per il mese di dicembre 2023, l’incremento, a valere sull’anno 2024, dell’indennità di vacanza contrattuale per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, salva l’effettuazione di eventuali successivi conguagli”.
Inoltre, ci sono misure per le scuole dell’infanzia paritarie: “Si incrementa, per l’anno 2023, il contributo statale alle scuole dell’infanzia paritarie previsto dalla legge di bilancio per il 2022”.
Come abbiamo scritto ieri, per i primi effetti in busta paga non bisognerà attendere gli accordi all’Aran. Perché complici proprio i margini di bilancio tutt’altro che generosi per l’anno prossimo, l’esigenza di scaricare spesa dal 2024 ha prodotto il meccanismo del decreto “anticipi” approvato lunedì insieme all’indice della legge di bilancio, che sposta sulla fine di quest’anno due miliardi di euro destinati agli statali.
Si tratta, appunto, di un anticipo rispetto al rinnovo contrattuale, che arriverà sui cedolini di dicembre come annunciato dalla premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di lunedì dopo il consiglio dei ministri. In busta paga, l’effetto del meccanismo disegnato dal decreto è tutt’altro che trascurabile. L’anticipo si calcola come multiplo dell’indennità di vacanza contrattuale, la voce obbligatoria che viene assicurata nei periodi in cui il contratto è scaduto, come avevamo, d’altronde, già anticipato.
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