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Australia, scuole in ballo tra contagi in salita, prevenzione e nuove misure di contenimento

Nonostante l’ingresso biologico dell’agente virale in una fase pressoché endemica, l’Oceania (comprese in tale nomenclatura Nuova Zelanda ed Isole polinesiane) soffre ancora terribilmente un numero di casi elevato che sfiora le 35 – 40 mila unità giornaliere, nonostante le severe misure restrittive imposte dalle autorità sanitarie. Il virus circola molto per uno spirito di adattamento assoluto che ne riduce – almeno sotto il profilo medico – la letalità garantendone la mera sopravvivenza biologica. Le scuole locali, con riferimento diretto al modello organizzativo, alla logica dei finanziamenti e dai soggetti istituzionali che garantiscono la didattica, adottano misure via via sempre più differenti mettendo in seria difficoltà famiglie e studenti, costretti ad osservare una moltitudine di norme, prassi, tamponi, test e così via. Il caso di Canberra (ACT) ha suscitato scalpore e malcontento in una popolazione assai stremata da disposizioni, specie se differenti da istituto a istituto, difficili da gestire per una famiglia con più di un figlio o una figlia, il cui accesso alla scuola locale è vincolato a procedure differenti finalizzate alla riduzione del rischio di contagio.

Avviato il II semestre presso gli istituti della Capitale: poca chiarezza sulle misure, tante polemiche

Le scuole pubbliche ACT hanno mantenuto delle restrizioni COVID-19 più severe di quelle richieste dagli ordini sanitari. Gli studenti che sono stati a contatto con familiari ritenuti positivi a COVID-19 non devono frequentare le lezioni e gli studenti delle scuole superiori devono comunque indossare le mascherine al chiuso. Le scuole private cattoliche e indipendenti hanno deciso contro queste regole più rigide. È iniziato il secondo semestre per le scuole pubbliche ACT, che hanno mantenuto le misure più severe in vigore durante il primo semestre. Ciò include il divieto ai contatti stretti – rigorosamente con persone che vivono con qualcuno infetto da COVID-19 – di frequentare le lezioni. Anche gli insegnanti e gli studenti delle scuole superiori devono continuare a indossare le mascherine quando sono al chiuso e tutti gli adulti che devono entrare nel cortile della scuola devono accedere tramite l’app CBR Check In. Queste regole, che sono più rigide di quelle richieste dagli ordini sanitari recentemente allentati dell’ACT, rimarranno in vigore per almeno due settimane da fine aprile in poi. Tuttavia, le scuole cattoliche e indipendenti, la maggior parte delle quali riapriranno mercoledì, non manterranno le misure più severe appena menzionate. ACT Il ministro dell’Istruzione Yvette Berry ha riconosciuto che la politica delle scuole pubbliche avrebbe frustrato alcune famiglie, ma ha anche fatto presente che risulta più necessaria che mai ora in fasi epidemiologiche distensive. 

Il tentativo di mediazione: scuole, istituzioni e forze politiche a confronto

Nel frattempo, le scuole del sistema cattolico consentiranno agli studenti di frequentare le lezioni da mercoledì, anche se sono un contatto familiare, purché registrino un risultato negativo su un test antigenico rapido. Il vice preside del Merici College, Renee Taylor, ha affermato che le maschere non saranno obbligatorie nella scuola superiore, ma sarebbero consigliate. “Incoraggeremo ancora fortemente la nostra popolazione studentesca a indossare mascherine all’interno, specialmente quando si trova in aule più piccole e ambienti più piccoli, per essere in grado di ridurre al minimo il rischio di trasmissione” – ha fatto presente in una nota Taylor. I dirigenti scolastici delle scuole private indipendenti si sono incontrati lo scorso martedì e hanno annunciato che avrebbero consentito anche ai contatti familiari di frequentare i campus da mercoledì. Entro la fine della settimana, inoltre, le scuole elimineranno gradualmente l’uso obbligatorio della mascherina. Provvedendo ad alcune dichiarazioni prima del confronto, Carol Matthews, vice capo dell’ACT / NSW Independent Education Union, ha affermato che era quasi impossibile mantenere un adeguato distanziamento sociale nelle scuole. “Pensiamo certamente che dovrebbe essere l’eccezione piuttosto che la regola, a nostro avviso, in cui i contatti familiari frequenterebbero la scuola, anche se risultano negativi”, ha affermato. Tale questione sta avendo dei risvolti politici decisivi non solo presso gli Enti Locali o le rispettive autorità comunali, ma anche a livello parlamentare, con interventi critici operati dai partiti d’opposizione all’esecutivo in carica. 

Andrea Maggi

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