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Autismo, Giuliani: ma quale lavoro, finita la scuola rimangono soli con la famiglia

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Ha fatto bene il presidente della Repubblica a dire che sull’autismo la vera scommessa è il lavoro: perché oggi questi ragazzi, terminata la scuola, non hanno prospettive.

A dirlo è stato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, nel corso della trasmissione “L’angolo del direttore”, andata in onda il 3 aprile su Radio Cusano Campus.

Commentando l’invito del Capo dello Stato a prevedere delle forme di occupazione per gli autistici, come, in generale per tutti i disabili, perché “la nostra società potrà dirsi pienamente costruita sul lavoro, solo nel rispetto della dignità di ciascuno”, Giuliani ha ricordato l’esperienza diretta avuta con tanti alunni: “quasi sempre, questi giovani, usciti dal sistema scolastico, non hanno più riferimenti. E rimangono ancorati alle famiglie. Che, con il passare degli anni, anziché avere un supporto adeguato, si ritrovano sempre più sole a fronteggiare le tante necessità pratiche di cui ha bisogno un disabile. Senza più alcuni punti di riferimento”.

“Sembra paradossale – ha continuato il direttore – ma ciò avviene soprattutto nelle grandi città. Come a Roma, dove, lo diciamo per esperienza diretta, sono ancora poche le strutture che recepiscono allievi disabili usciti dalla scuola superiore”.

 

 

I tagli agli enti locali, attuati dagli ultimi governi, hanno peggiorato la situazione. Così, nei centri cittadini l’anonimato in generale può essere positivo, ma può anche trasformarsi in un dramma. “Perché la mancanza di interesse e sostegno del sociale – ha detto ancora Giuliani – diventa motivo di sofferenza per il giovane e la sua famiglia. Tanti nostri ragazzi, qua a Roma, non hanno avuto modo di poter essere inseriti in contesti occupazionali o similari”. Come possono essere le cooperative che offrono accoglienza ai giovani, ma hanno posti limitati. Così, troppi ragazzi rischiano di terminare la loro vita sociale a 18 anni.

Intanto, il monito di Mattarella sembra essere stato raccolto. Sempre il 3 aprile, la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi con delega alle Pari opportunità, intervenendo ad un convegno alla Camera sui disabili, ha detto di essere consapevole che le risorse messe a disposizione non sono sufficienti. Per poi però ricordare anche come prima del governo Renzi il fondo per le non autosufficienze “fosse pari a zero, mentre ora ha 450 milioni”.

Una cifra, però, troppo piccola per pensare di cambiare il destino post-diploma di tanti giovani autistici e disabili.

 

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