Attualità

Autismo, il coronavirus penalizza gli alunni disabili: la didattica a distanza funziona poco e male

Oggi, 2 aprile, è la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Per l’occasione, il Miur, come abbiamo già riportato, lancia gli sportelli autismo telematici. L’autismo è una disabilità che colpisce moltissimi alunni in Italia, anche se purtroppo, una reale stima non esiste.

Secondo l’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici, in Italia ci sarebbero circa 500mila persone autistiche e riportando i dati forniti dal ministero della Salute 1 nuovo nato su 100 riceve nel corso della sua vita la diagnosi di “spettro autistico”, probabilmente un dato sottostimato, aggiunge la presidente dell’associazione al Fatto Quotidiano, “perché le famiglie non sempre chiedono la diagnosi”. Per il ministero dell’Istruzione, invece, nelle scuole primarie 1 studente su 77 è autistico certificato.

Coronavirus, per gli alunni autistici un doppio nemico

Pensiamo alle difficoltà che stiamo vivendo tutti noi in questo periodo di isolamento e quarantena. Figuriamoci come questo possa incidere in bambini e ragazzi con disabilità.

Proprio loro, che, come e più degli altri alunni, hanno nella scuola il loro punto di riferimento per l’educazione e la socializzazione.
Sappiamo che il Ministero ha fornito delle precise istruzioni per alunni con disabilità per quanto riguarda la didattica distanza, ma è altrettanto vero che, proprio gli studenti con autismo, sono quelli con maggiore difficoltà di attenzione già in presenza, figuriamoci a distanza. Senza contare il gap tecnologico del nostro Paese per la dotazione tecnologica dedicata proprio ai disabili, che in moltissimi territori penalizza ulteriormente questi studenti e le loro famiglie.

 

Le associazioni: i nostri ragazzi sono i più penalizzati dal Coronavirus

Proprio oggi, nella giornata dedicata all’autismo, abbiamo raccolto alcune testimonianze relative alle difficoltà degli alunni affetti da autismo.

“E’ difficile parlare di didattica a distanza con bambini e ragazzi affetti da autismo, tuona Giovanni Marino il presidente della omonima fondazione. “Per un ragazzo autistico è tutto più complicato seguire lezioni a distanza. Senza contare le difficoltà tecnologiche che cambiano da territorio a territorio”.

Giovanni Marino parla anche della famosa “passeggiata” protagonista della circolare del Ministero dell’Interno. “Io comprendo le misure restrittive imposte dal Governo, per carità. Ma voi sapete cosa significa avere in casa 24 ore su 24 un ragazzo autistico, abituato ad andare a scuola, che non può uscire? Diventa violento con i genitori e con chi gli sta attorno. Per noi è un sacrificio restare a casa. Per lui è una vera e propria tragedia. Una sofferenza”.

Il presidente della Fondazione Marino lancia anche un’idea: “Mi rendo conto quanto possa essere complicato da attuare, ma con buona volontà si potrebbe pensare di permettere ai ragazzi autistici di recarsi qualche ora la mattina nei Centri Territoriali di Supporto e quantomeno essere assistiti dagli Asacom”.

Così facendo, facciamo notare al presidente, si metterebbe in pericolo la sicurezza e aumenterebbero i rischi di contagio a cui si andrebbe incontro in questo periodo, ma Marino spiega: “Una soluzione potrebbe essere, di concerto con il servizio sanitario, di fare tamponi a chi opererebbe con i ragazzi. Mi rendo conto che tutto ciò sarebbe complicato, ma qualcosa si deve pure fare per i ragazzi con disabilità, specie con autismo”, conclude Marino.

Anche il presidente dell’associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti, Alessandra Corradi, spiega che alunni e studenti con disabilità, anche con autismo, sono rimasti indietro da quando si è attivata la didattica a distanza a causa della sospensione delle lezioni: “è impossibile fare didattica a distanza. Troppi problemi di natura tecnologica. Non è certamente colpa del Ministero, che anzi ha provato a fornire indicazioni. Ma è questa nazione che è decisamente arretrata dal punto di vista tecnologico e, in questo periodo di emergenza, emergono chiaramente le falle. Soprattutto con i disabili, specie con chi ha disturbi come l’autismo, questo gap, diventa insostenibile. Questi alunni avevano la scuola come riferimento. Adesso, dal loro punto di vista, non c’è nulla”.

Alessandra Corradi spera comunque che “l’emergenza sia l’occasione giusta per tutti per ripensare l’inclusione scolastica”.

Se il gap tecnologico di uno Stato, già in sè rappresenta un grosso deficit, pensiamo che effetti possa avere in questa situazione di emergenza sui più deboli.

Ecco perché, una volta imboccato il post coronavirus (speriamo il prima possibile), bisogna fare tesoro delle buone pratiche messe in atto dalla scuola italiana e anche dei problemi, in modo tale da costruire una base solida per tutti, alunni disabili in testa.

In messaggio di speranza, infine, in occasione della giornata dell’autismo, arriva da Ernesto Ciraci, presidente del MiSoS, l’associazione docenti specializzati sul sostegno: “Come ogni anno l’avremmo vissuta come una festa, fatta di abbracci, sorrisi e coraggio nell’abbattere i muri del pregiudizio, dei troppi silenzi, dell’esclusione. Invece ci troviamo a combattere contro un nemico invisibile, ognuno nelle nostre case. Ma questo non ci ha tolto l’entusiasmo di ricordare questa giornata e divulgare la conoscenza che è fonte di comprensione, condivisione, apertura all’altro. Con la speranza che presto torneremo a stare e starci vicini”.

 

Fabrizio De Angelis

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