Ricordate il caso della famiglia di Monza che aveva chiesto al consiglio di classe di bocciare il proprio figlio autistico agli Esami di Stato? La richiesta nasceva dalle legittime inquietudini di due genitori che temevano che il ragazzo non avesse ancora acquisito – a causa della pandemia e , di conseguenza, della Dad – le competenze necessarie per affrontare e costruire il suo progetto di vita.
Ebbene, per la scuola – il Liceo artistico Modigliani di Giussano – la richiesta era irricevibile, lo studente ha sostenuto regolarmente gli esami ed è stato promosso.
Incredulità e sconforto per la mamma del giovane, che aveva scritto persino al Ministero dell’Istruzione per perorare la sua causa. Il figlio, infatti, avendo frequentato pochissimo la scuola non era riuscito – a suo avviso – a raggiungere gli obiettivi fissati, in termini di competenze socio-relazionali e culturali. La sua richiesta di fare frequentare il figlio ancora per un anno era stata, tra l’altro, avallata dalla psicologa della scuola, che aveva espresso parere favorevole alla “bocciatura”, affinché il ragazzo potesse completare il suo percorso di apprendimento.
La dirigente del Liceo Modigliani, dal canto suo, in un’intervista alla stampa locale, smorza i toni e tenta di chiudere la polemica, ribadendo da un lato l’impossibilità di accogliere la richiesta della famiglia di bocciare il figlio, dall’altro l’inclusività del suo istituto che farà di tutto per continuare ad accogliere il ragazzo, anche se già diplomato. Il progetto-ponte che era stato pensato per lui sarà, infatti, completato lo stesso con il supporto di un educatore messo a disposizione dai Servizi sociali del comune di residenza.
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