Alla fine la legge sull’autismo è passata anche a Montecitorio. Certo è arriva un po’ in sordina, senza troppi proclami: quasi all’unanimità, la Camera qualche giorno fa ha dato il via libera.
A proposito di Disposizioni in materia di diagnosi, cura e riabilitazione. Già approvato al Senato in Commissione in sede deliberate, il ddl è stato parzialmente modificato alla Camera.
Le nuove norme, che però devono ancora avere il sì definitivo dell’altro ramo del Parlamento, prevedono che tutte le persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie. Tra le novità principali, figurano linee di indirizzo aggiornate ogni tre anni, più ricerca in materia e soprattutto inserimento dell’autismo nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Per aiutare le persone colpite e le loro famiglie, il testo approvato si basa su tre punti; l’aggiornamento triennale delle Linee di indirizzo per prevenzione e cura, estendendole non solo alla vita del bambino autistico ma anche all’adolescente e adulto; l’inserimento dell’autismo nei Lea per garantire uniformità di trattamento nelle varie regioni; l’incarico al ministero della Salute di promuovere ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche di tipo riabilitativo e sociale. Il tutto, in base al contestato l’articolo 6 che prevede invarianza finanziaria, senza alcun fondo aggiunto.
“Grande soddisfazione per un’approvazione rapida della legge e per il lavoro svolto in Commissione Affari Sociali della Camera” è stata espressa da Paola Binetti (AP), relatrice della proposta di legge.
Finalmente le luci sull’autismo vengono accese dentro il palazzo di Montecitorio. Lo facciamo oggi con un provvedimento che prima non c’era, una legge-cornice innovativa e attesa da anni”, dichiara Pierpaolo Vargiu (Sc), presidente della Commissione Sanità alla Camera.
“Portiamo a casa grande vittoria”, è il giudizio di Raffaele Calabrò (AP).
“Questo testo vuole dare una spinta al cambiamento culturale per cui si guarda alla persona e non solo al disturbo, alla qualità della vita e non solo alla malattia”, sottolinea Maria Amato (Pd).
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Ma non tutti la pensano allo stesso modo. “Tante belle parole e nessun miglioramento concreto. In sostanza, una presa in giro” per il Gruppo del Movimento 5 Stelle che si è astenuto dal voto “per rispetto delle persone con disabilità e delle associazioni che si occupano di autismo”.
“Il vulnus più evidente – per Marisa Nicchi (Sel) – è non aver voluto prevedere alcuno stanziamento aggiuntivo per attuare quanto previsto dalla legge”.
“Così com’è, il testo resta di fatto poco più di una dichiarazione di intenti. Positivo anche il richiamo alla ricerca scientifica, ma anche quest’ultima non può dare risultati senza finanziamenti”, secondo il deputato del gruppo ‘Per l’Italia-Centro Democratico’ Gian Luigi Gigli.
Per Marco Rondini della Lega, “spetta ora al governo trovare i fondi per tradurre in pratica le buone intenzioni”. Resta però la prima attesa legge sull’autismo.
“E’ e rimane una legge-manifesto” perché “parla di tanti diritti ma non sarà aggiunto un euro”, dichiara la deputata del Pd, Ileana Argentin, che è intervenuta in aula durante la discussione generale del ddl. “Questa legge ha sicuramente superato un’altra barriera culturale – ha specificato – perché l’autismo è una patologia che porta una grande solitudine, di cui è fondamentale parlare”. Tuttavia “facciamo questo bel manifesto politico, ma non promettiamo niente a nessuno”. Infine, ha concluso, “la legge in quanto tale dovrebbe prevedere sanzioni e questa non le prevede. Quando si parla di disabili, nessun provvedimento prevede sanzioni”.
Il testo di riforma, dovrà quindi tornare al Senato per il via libera definitivo.
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