Sarebbero diversi gli indagati per la tragedia dell’Aquila dello scorso 18 maggio, quando un gruppo di bambini che stavano giocando nel giardino dell’asilo della scuola dell’Infanzia 1° Maggio della località Pile, in provincia dell’Aquila, è stato travolto da un’auto, una Passat, che ha sfondato la recinzione esterna. Uno di loro, di appena quattro anni, Tommaso, ha perso la vita e altri cinque sono rimasti feriti. L’auto, di una madre che era andata a prendere il figlio nella stessa struttura, era parcheggiata e si sarebbe improvvisamente “sfrenata”, trasformandosi in un veicolo impazzito privo di guidatore.
In base a quanto riferisce l’agenzia Ansa, in questi ultimi giorni vi sarebbe stata una accelerazione nella inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila sul tragico incidente: “oltre alla madre che aveva parcheggiato l’auto nello spazio interno in leggera discesa della struttura, indagata della prima ora, sono finiti sotto la lente di ingrandimento della procura altre cinque persone tra funzionari comunali e dell’ufficio scolastico regionale”.
Da parte dell’Usr Abruzzo, tuttavia, giunge una pronta smentita: “Nessun dirigente, né funzionario dell’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo (USR), risulta indagato”.
Il giudice potrebbe invece avere ravvisato delle responsabilità tra i dirigenti comunali, per la mancata costruzione della recinzione del giardino dell’asilo.
Il 18 gennaio, a otto mesi esatti di distanza dalla tragedia, “sono andati in scena i primi interrogatori con la Procura che vuole velocizzare la conclusione delle indagini”.
Le cinque iscrizioni sul registro degli indagati sono la conseguenza delle risultanze della perizia affidata al tecnico e degli approfondimenti fatti dal pubblico ministero.
I tecnici hanno assodato che la Passat piombò “sul cortile sfondando la rete di recinzione, non ancorata al muro ma a terra, che delimitava il giardino dove i bambini giocavano”.
“Nell’immobile della scuola dell’infanzia di Pile che è stato chiuso per essere ricostruito, è risalente a prima degli anni ’80: è di proprietà del Comune dell’Aquila ed avrebbe avuto un intervento dopo il sisma del 6 aprile 2009”.
“Da decenni la zona interna era adibita a parcheggio non essendoci spazi al di fuori, cioè in una strada trafficata: ma senza segnali e norme che governassero il grande afflusso di auto di genitori che andavano a riprendere i loro figli. La gestione era per così dire ‘mista’: nel piano terra c’era il nido (bambini da 0 a 3 anni), che è gestito dall’Amministrazione comunale, mentre nel seminterrato, dove è successa la tragedia, c’era la Materna (3-6 anni) la cui competenza è dell’Istituto comprensivo ‘Mazzini’”.
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