La scuola non ha il tempo, né il personale per controllare le autocertificazioni sui vaccini. Ma è un atto dovuto per legge.
La surroga dei certificati di vaccinazione con l’autocertificazione per l’iscrizione dei figli a scuola, decisa dal Ministero della Salute, non dispensa le famiglie dal dire il vero. Nel caso di affermazioni false, infatti, la dichiarazione sostitutiva è priva di valore, i benefici decadono e i genitori vengono denunciati all’autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 495 del codice penale, che prevede la reclusione fino a 3 anni.
Il problema è che adesso questo promemoria da “somministrare” alle famiglie deve essere preso in carico dalle scuole, le quali (come tutti gli uffici pubblici) sono tenute a controllare quanto dichiarato dai genitori, chiedendo conferma all’amministrazione interessata sulle relative certificazioni. In pratica gli istituti, per ogni autocertificazione ricevuta, devono rivolgersi alla Asl di competenza per sapere se ciò che è stato dichiarato dalle famiglie corrisponda alla verità.
E’ un lavoro che le scuole non possono svolgere perché il personale in dotazione non è assolutamente sufficiente, neanche per l’attività prettamente didattica: la lunghezza delle pratiche vaccinali, dunque, potrebbe rallentare le iscrizioni e compromettere l’avvio del nuovo anno scolastico. Quello che avrebbero potuto fare tranquillamente le famiglie, in un lasso di tempo molto limitato, è stato ora assegnato al personale ATA scolastico, già oberato di lavoro.
Il provvedimento ministeriale è ancor più deficitario se si considera che l’autocertificazione diventa, di fatto, un lasciapassare anche per i bambini e i ragazzi non vaccinati: sia perché nessun genitore a questo punto, confidando nell’impossibilità dei controlli, non iscriverebbe il figlio; sia perché il vicepresidente del Consiglio Salvini ha già “confessato” che farà “di tutto perché i bimbi entrino tutti a scuola a settembre”.
Quel “tutti” è un nullaosta onnicomprensivo, cioè prescinde da ciò che dichiareranno o non dichiareranno le famiglie. Sarebbe utile che il ministro della Salute disponesse che i genitori, nelle loro autocertificazioni, indicassero almeno le date delle vaccinazioni.
Osservatorio Antiplagio
Giovanni Panunzio