Nonostante le rassicurazioni del Ministro cresce fra gli operatori scolastici il timore sul regolare avvio del prossimo anno scolastico: manca infatti un mese e mezzo al 1° settembre e le nubi anziché diradarsi sembrano addensarsi.
Intanto c’è la questione della copertura dei posti vacanti che il discusso decreto n. 255 risolve con indicazioni e scadenze tanto precise e tassative quanto difficili da applicare: l’unificazione della terza e quarta fascia sta creando non pochi problemi e già si segnalano situazioni di contenzioso in molte province; e poi – a settembre – quando i dirigenti scolastici dovranno procedere alle nomine i problemi e le difficoltà si moltiplicheranno: ogni supplente potrà essere iscritto nella graduatoria di 30 scuole e quindi ogni volta che bisognerà attribuire una supplenza le segreterie dovranno impiegare molto più tempo di quanto ne è stato necessario finora.
E fra qualche giorno potrebbe esplodere il problema delle utilizzazioni: il 24 luglio saranno resi noti tutti i risultati dei trasferimenti, ma chi non otterrà la sede richiesta avrà tempo solo pochi giorni per presentare la domanda di utilizzazione.
A settembre dovrebbe entrare in funzione il nuovo regolamento di contabilità, ma le scuole sono del tutto impreparate per accogliere una novità così importante: tra l’altro il regolamento prevede che il bilancio di previsione venga predisposto dalle scuole entro il 15 ottobre.
E che dire infine sugli organici del personale ATA, di cui a tutt’oggi nulla è dato di sapere?
Ed è sconcertante che con una situazione così difficile e complessa i sindacati non riescano ad assumere una iniziativa unitaria: in questa fase ciascuna organizzazione sembra attenta più a tenere sotto controllo le logiche politiche che a prendere posizione a difesa della scuola. E così mentre Cgilscuola è stata impegnata quotidianamente a lanciare proclami contro il Ministro, l’Anp non si è resa subito conto delle incongruenze di taluni provvedimenti.
A settembre l’anno scolastico potrebbe iniziare davvero male; per i dirigenti scolastici, che tra l’altro sono ancora privi di contratto di lavoro e forse ancora lo saranno a settembre, le difficoltà dell’anno appena concluso potrebbero rappresentare solo un modesto antipasto del menu che si profila per il 2001/2002.
E se le scuole non dovessero reggere l’impatto di tutte queste difficoltà?
Poco male: si dimostrerebbe che troppa autonomia è dannosa e che Ministero e Direzioni Regionali dovrebbero avere maggiori poteri.
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