Contro l’Autonomia differenziata, che dividerebbe il Paese in altrettante piccole autogoverni e fra cui avrebbe più ricchezza chi è già ricca, mentre si smembrerebbero i fronti sindacali perché ogni categoria di lavoratori rimarrebbe chiusa nel proprio enclave, si sono schierate Emilia Romagna, Campania, Puglia e Toscana sono pronte a richiedere l’indizione del referendum abrogativo
Lo ha annunciato la segretaria del Partito democratico Elly Schlein: “Stiamo lavorando con le altre forze politiche e sociali per prepararci a raccogliere le firme per il referendum abrogativo, e intanto posso già annunciare che porteremo la richiesta di referendum nei Consigli delle Regioni in cui governiamo”.
Il referendum abrogativo consente di eliminare leggi, decreti legge o parte di essi nel momento in cui viene raggiunto il quorum previsto dalla Costituzione, ossia “quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali” recita la legge. Per adesso, dunque, soltanto quattro Consigli regionali a guida centrosinistra si sono fatti avanti, mentre prosegue la raccolta firme.
Il quesito formulato dalla capogruppo dem, dovrebbe essere il seguente: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?”.
Intanto è partita un’altra richiesta di indizione di referendum abrogativo dalla Campania, dove il Consiglio Regionale si riunirà lunedì 8 luglio in una seduta straordinaria.
Sembra intanto che la stessa maggioranza al governo, su questa delicata questione, non sia del tutto coesa.
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