Sta creando due maxi blocchi politici contrapposti l’autonomia differenziata che il ministro leghista Roberto Calderali vorrebbe approvare già nel prossimo autunno: da una parte ci sta la maggioranza di Governo, con Forza Italia ormai apertamente affiancata alla Lega da anni promotrice del progetto, tanto che pochi giorni fa il Consiglio dei ministri ha dato il consenso per arrivare a breve all’approvazione preliminare del progetto legislativo; dall’altra, vi sono i partiti d’opposizione guidati da M5s e Pd. Ma anche il terzo polo non nasconde il suo dissenso.
“Senza finanziare i Lep, l’autonomia ‘Calderoli’ rischia di consegnare ai nostri figli un’Italia estremamente divisa, soprattutto in settori così vitali per il nostro Paese, come istruzione e sanità. Un’eventualità che come Terzo Polo ostacoleremo in ogni modo possibile”, ha scritto su Twitter Mara Carfagna, presidente di Azione.
“Il disegno di legge di Calderoli sull’autonomia differenziata va rigettato con forza, perché è un disegno di legge che vuole fotografare e perpetuare le disuguaglianze territoriali che già esistono e che hanno colpito duramente il Sud”, ha detto Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd.
“Noi ci batteremo – ha aggiunto – per respingere questa forzatura, che ha scavalcato le sedi di confronto opportune con le Regioni e i territori, e anche con l’inserimento in manovra di questa idea di fissare i livelli essenziali e uniformi di prestazioni, attraverso un Dpcm scavalcando il Parlamento. I Lep riguardano diritti fondamentali delle persone come l’accesso alla salute, alla scuola, al trasporto. Non si scherza con i diritti fondamentali. Noi pensiamo che il riscatto dell’Italia non possa esserci senza il riscatto del Sud e quindi ci batteremo con forza per fermare questo disegno di legge”.
“Il Pd che mi candido a guidare – ha concluso – il nuovo Pd non ha un dubbio sulla valenza di questo ddl che ancora trasuda delle ossessioni secessioniste della Lega. Mi auguro che questa sarà, e sicuramente lo sarà, la posizione compatta del Pd che vorrei guidare anche perché non si può, su un tema così delicato e davanti a un ddl presentato con queste forzature e questi contenuti, essere favorevoli al Nord e contrari al Sud”.
Sergio Costa, vicepresidente della Camera ed esponente del M5s, rispetto al tema dell’autonomia, dice che i grillini sono “preoccupati perché la bozza Calderoli non individua esattamente quali sono i livelli minimi previsti dalla norma sull’autonomia. Per far sì che il Nord, il Centro e il Sud camminino tutti sulla stessa lunghezza d’onda non solo bisogna individuare i livelli minimi, ma bisogna anche definirli e sostenerli economicamente”.
Secondo Costa, la regionalizzazione andrebbe a “creare fortissime sperequazioni. Sul fronte della scuola e della sanità, inoltre, non ha senso creare differenziazioni, il rischio è dare vita a tante Italie e non è il caso”, ha concluso il pentastellato.
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