A un mese esatto dalla approvazione della Legge 86/24 sull’autonomia differenziata, il Governo, capitanato del ministro leghista per gli Affari regionali Roberto Calderoli, procede a tappe forzate per arrivare a compimento del progetto. Nel frattempo, però, monta anche la protesta, con l’avvio di raccolte firme per arrivare al referendum abrogativo della discussa norma. La raccolta delle firme giunge da più fronti: politici, a livello di enti locali e di organizzazioni sindacali. Diciamo subito che l’obiettivo è ambizioso, perchè per arrivare all’abrogazione della legge servirà portare al voto del referendum oltre 25 milioni di cittadini.
La giornata di inizio della raccolta firme sarà quella del 20 luglio. “L’Italia non si spacca! Ora serve l’impegno di tutti” per “la raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata: io sarò al mercato di Civitavecchia, ore 10, Piazza Regina Margherita”, ha fatto sapere il leader del M5s Giuseppe Conte.
“Non rimaniamo a guardare mentre si condannalo milioni di cittadini a vedere peggiorare la sanità, la scuola, i servizi, le infrastrutture, la burocrazia. No alla secessione, sì a un’Italia unita a tutela di tutti!”, ha concluso l’ex premier.
“Anche Alleanza Verdi Sinistra – come tutte le altre forze politiche sindacali ed associazioni promotrici del referendum per l’Italia unita, libera e giusta – organizza in tutta Italia presidi e banchetti di raccolta delle firme per il referendum che bloccherà lo Spacca Italia, il progetto di autonomia differenziata del governo e della destra”, scrive l’ufficio stampa di Avs.
“La campagna di Avs ‘Ricuciamo l’Italia’ avrà inizio a Roma dalle ore 10 di domani mattina al mercato di Testaccio (via A. Volta), dove firmeranno alle ore 10.30 Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni”, concludono dal partito.
Le iniziative partiranno anche dalle regioni di centro-sinistra: “Comincerà il prossimo 22 luglio la raccolta firme per il quesito referendario contro l’autonomia differenziata, organizzata in Basilicata dal Comitato referendario che ha messo insieme le due province di Potenza e Matera. Durante un incontro con i giornalisti, che si è tenuto stamani nel capoluogo lucano, sono state illustrate le ragioni che muovono in Italia l’iniziativa tesa ad opporsi al decreto Calderoli.
“La legge – hanno detto i promotori – aumenterà i divari territoriali, spaccherà l’Italia, peggiorerà le diseguaglianze sociali, impoverirà il lavoro, penalizzerà le aree interne, frenando lo sviluppo”.
Secondo il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, in Basilicata si produrrà “un indebolimento su tutti i settori primari, in specie su sanità, trasporti e scuola. Dopo lo sforzo della raccolta firme, punteremo sui riformisti per una battaglia comune e per portare al voto 26 milioni di italiani”.
Intanto, contro la legge sull’autonomia differenziata si muove anche il fronte sindacale: sempre il 20 luglio partirà la raccolta firme per il referendum abrogativo promossa da Cgil, Uil e da un vasto schieramento di associazioni, a partire da quelle che compongono ‘La via maestra’, forze sociali, politiche e della società civile.
La Cgil annuncia che il segretario generale, Maurizio Landini sarà al banchetto delle firme davanti all’ospedale San Filippo Neri a Roma. “L’Italia deve essere unita, libera e giusta. Firma contro l’Autonomia differenziata”, questo lo slogan della campagna, che vedrà i promotori impegnati in iniziative e banchetti in tutta Italia.
Intanto, tre furgoni, 1.036 scatoloni per quattro milioni di firme, sono stati depositati in Cassazione dalla Cgil per depositare le firme raccolte dal sindacato per i quattro referendum sul lavoro e la sicurezza: per ogni quesito sono state raccolte un milione di firme
“I referendum sul lavoro e quello sull’autonomia differenziata fanno parte di uno stesso progetto”, ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, arrivando in Cassazione.
“I quesiti – ha detto – parlano a tutto il Paese. Vogliamo portare a votare 25 milioni di persone. Le ultime elezioni europee se fossero state un referendum non sarebbero state valide perché non hanno raggiunto il quorum. I cittadini devono decidere se essere più liberi oppure no. Bisogna voltare pagina. C’è una precarietà senza precedenti e è aumentato il numero delle persone che pur lavorando sono povere”.
“Considero una follia l’autonomia differenziata, ha detto Landini, di fronte a un mondo che ha questi problemi pensare di difendersi nella propria regione, nel proprio condominio, nel proprio comune è prendere in giro le persone. Non raccontare la complessità. C’è bisogno di una più forte azione di tutti i sindacati europei. L’Europa deve cambiare le politiche di austerità per ridurre le diseguaglianze e redistribuire la ricchezza”, ha concluso Landini.
Secondo la Uil, il decreto Calderoli “divide il Paese e che segnerà ulteriori solchi nei divari territoriali, non solo tra il Nord e il Sud, ma anche tra aree urbane e aree interne, aumentando ancor di più le disuguaglianze sociali”.
Anche la Uil, dunque, chiede una firma “per fermare una legge iniqua e sbagliata e per salvare l’indivisibilità dell’Italia; tutelare la sanità pubblica e universale; proteggere la scuola e l’unitarietà dell’insegnamento; difendere i contratti nazionali di lavoro; sostenere la competitività dei sistemi produttivi e industriali; garantire l’uniformità dei Lep su tutto il territorio nazionale; assicurare un robusto sistema di perequazione.
A Roma, si potrà firmare in Piazza Gimma, domani dalle 9.30 alle 13. Sarà presente anche la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, vicepresidente del Comitato nazionale per il referendum per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata.
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