Politica scolastica

Autonomia differenziata: il reclutamento e lo stato giuridico dei docenti deve rimanere statale, lo stop del Mim

Come riporta Il Messaggero, il ministero dell’Istruzione e del Merito avrebbe fatto un passo indietro riguardo all’autonomia differenziata, mettendo alcuni paletti. Il dicastero di Viale Trastevere, con una mail datata 5 aprile, avrebbe messo le cose in chiaro a proposito dello status dei docenti.

I destinatari sono i tecnici degli Affari Regionali, il ministero guidato da Roberto Calderoli, che stanno lavorando al bollente dossier sull’autonomia differenziata. Il messaggio è diretto: il reclutamento e lo stato giuridico dei docenti e del personale scolastico sono una prerogativa statale che non può essere ceduta alle Regioni.

Il documento di Calderoli, di ben 133 pagine, planato ieri 19 aprile sul tavolo della Conferenza delle Regioni, mira praticamente a svuotare Roma da molte competenze, che verrebbero così trasferite alle Regioni. I vari dicasteri avrebbero in questi giorni detto la loro.

“Il reclutamento, la formazione e lo stato giuridico del personale scolastico”, ha scritto il ministero dell’Istruzione e del Merito, “sono collegati a quanto previsto dall’articolo 117 della Costituzione comma 2 lettera g, in forza del quale l’ordinamento e l’organizzazione amministrativa dello Stato rientrano tra le materie di competenza esclusiva dello Stato”.

Il parere dell’Inps

Anche l’Inps, l’Istituto nazionale di previdenza sociale, in una mail del 23 marzo, ha espresso le sue preoccupazioni. “Occorre richiamare l’attenzione”, si legge, “sulla specifica materia indicata all’articolo 117 comma 3 – tutela e sicurezza del lavoro – che se interpretata in maniera estensiva, potrebbe condurre ad una regionalizzazione della competenze in materia di tutele previdenziali, sull’applicazione o meno di determinate voci contributive, invadendo il campo della competenza statale in materia di Previdenza sociale”.

Autonomia differenziata, situazione in fermento

L’autonomia differenziata è tra le motivazioni alla base dello sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati di domani 21 aprile 2023, indetto dal Cub. La confederazione Cub parla di “Autonomia Differenziata che disgrega il paese e allarga le differenze sociali tra territori”.

Il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, alla fine di marzo, ha reso noto che è stato ufficialmente istituito il Clep, il Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, da garantire su tutto il territorio nazionale. Il Comitato supporterà il lavoro della cabina di regia istituita ai sensi della legge di stabilità.

“Per la prima volta – ha spiegato Calderoli – si riuniranno 61 tra le massime autorità e vertici del campo amministrativo e accademico, del diritto costituzionale, europeo ed internazionale, dell’economia e della matematica. Un prestigioso gruppo di esperti che opererà in sinergia per individuare finalmente quei diritti civili e sociali che il cittadino italiano può pretendere dai vari soggetti costituenti la Repubblica italiana”.

“Affronteremo insieme una sfida storica – ha dichiarato Calderoli – per individuare finalmente quei diritti civili e sociali stabiliti nella prima parte della Costituzione che non possono essere considerati di destra o di sinistra ma sono di tutti i cittadini italiani”.

Redazione

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