La ministra Mariastella Gelmini (FI)
L’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata è al centro dell’opinione pubblica. Tra chi lo boccia in toto e chi invece ne è profondamente entusiasta c’è anche chi, come gli esponenti del Terzo Polo, crede che si tratti di una misura alquanto raffazzonata e, dunque, da modificare.
Lo ha detto, tra gli altri, come abbiamo riportato, Daniela Sbrollini, senatrice di Azione-Italia Viva: “L’autonomia differenziata voluta dal Governo Meloni così in fretta, è pura propaganda elettorale in vista delle elezioni regionali di questo mese”.
Come riporta La Repubblica il Terzo Polo sarebbe pronto alla controffensiva: sarebbe stato messo a punto un disegno di legge “anti-Calderoli” per mettere in sicurezza scuola, energia, infrastrutture e il commercio con l’estero dalla autonomia differenziata.
Al lavoro ci sono le ex ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna e la capogruppo al Senato, Raffaella Paita. “L’educazione è un diritto di cittadinanza, non si può declinare in modo diverso a seconda della Regione”, ha detto l’ex ministra dell’Istruzione. La proposta dovrebbe essere presentata al Senato. “L’educazione, l’energia e i trasporti non possono non essere nazionali e anzi europei”, ha affermato Paita.
Carfagna parla di “una norma manifesto, con la quale lo Stato rinuncia a gestire temi cruciali, come la sanità, la scuola, i trasporti, l’energia”.
“Così si spacca il Paese. Si scavalca il Parlamento, che si troverà a ratificare intese con i presidenti di Regione come avviene con i capi di Stato stranieri. Questa maggioranza cita Garibaldi, ma poi torna a uno schema da Italia prerisorgimentale, con tanti staterelli diversi. Soprattutto, penalizza il Meridione. I livelli essenziali delle prestazioni, con questa riforma, vengono affidati a una cabina di regia politica”, ha concluso l’ex forzista.
Il Governo ha approvato, proprio lo scorso 2 febbraio, il disegno di legge che reca disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario.
L’opinione pubblica è praticamente spaccata in due: c’è chi parla di “momento storico” per l’Italia e chi invece di una minaccia all’unità del Paese, come ha osservato il leader dei pentastellati Giuseppe Conte.
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