Fra i promotori della raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata c’è una visibile e comprensibile soddisfazione: l’obiettivo minimo è stato ampiamente superato e ad oggi le firme sono ormai quasi 65mila.
A sostenere la raccolta ci sono anche Flc-Cgil, Uil-Scuola e Gilda che in un comunicato unitario parlano di “sei mesi intensi di iniziative, tra manifestazioni, assemblee, campagne di comunicazione e appelli alla cittadinanza, per fermare il disegno di legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata la cui attuazione rischierebbe di disgregare il carattere nazionale del sistema di istruzione e di alimentare le disuguaglianze territoriali”.
“È un grande risultato – sottolinea Giuseppe D’Aprile, Segretario generale Uil Scuola Rua – frutto di tante assemblee e incontri con migliaia di lavoratori che conoscono davvero la scuola italiana, che la fanno funzionare tutti i giorni con passione e responsabilità, in ogni istituto del nostro Paese. Per questo voglio ringraziare l’impegno di questi mesi, di tutti”.
“Con il superamento delle 50mila firme – afferma Francesco Sinopoli ex segretario generale di Flc-Cgil – abbiamo raggiunto l’obiettivo più importante: portare in Parlamento la legge di iniziativa popolare. È evidente che il mondo della scuola, che abbiamo incontrato nelle tante iniziative di questi mesi, ha sentito forte la minaccia disgregatrice del progetto di autonomia differenziata per il sistema nazionale di Istruzione”.
“Abbiamo fatto un buon lavoro – commenta Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Federazione Gilda Unams – e ci auguriamo che questa proposta di legge possa mettere il Parlamento di fronte alle proprie responsabilità”.
Entusiasmo e soddisfazione sono del tutto legittimi ma non si può trascurare il fatto che la questione è assai complessa.
Spiega Ivana Barbacci segretaria generale di Cisl Scuola, sindacato che non ha aderito alla raccolta delle firme: “La proposta di legge Calderoli non affronta il tema dell’autonomia differenziata con riferimento al solo sistema di istruzione – per il quale confermo il netto dissenso della CISL Scuola rispetto a ipotesi di regionalizzazione – ma in termini complessivi; non ho quindi ritenuto possibile, né corretto, sostituirmi alle valutazioni che investono competenze di altre categorie e della Confederazione. La CISL su questo tema ha sempre espresso valutazioni articolate, come accade del resto anche in ambito politico, dove sull’attuazione dell’art. 116 della Costituzione esiste, come è noto, una trasversalità delle posizioni. Per quanto riguarda il sistema di istruzione, in ogni caso, CISL e CISL Scuola intendono salvaguardarne assolutamente il carattere unitario e nazionale. La posizione è quella espressa in modo inequivocabile in un convegno del 2019 e da allora più volte ribadita”.
Peraltro va anche detto che la proposta di legge di iniziativa popolare prevede anche una modifica importante degli articoli 116 e 117 della Costituzione: non sarà quindi facile che possa avere spazio in Parlamento che, al contrario, già dalle prossime settimane sarà chiamato ad esaminare e approvare il disegno di legge del ministro Calderoli.
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